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Mani Sporche

MANI SPORCHE

di Stefano Forcolin

 

Quasi sempre chi è disposto a sporcarsi le mani lo fa per un pulito motivo d’intenti. Questa è l’indole del vero carpista, l’ uomo che ha scelto di soffrire per godere di tutto quanto la sua passione sia in grado di offrire.

 

Non sono mai stato un carpista sicuro di se stesso. Fondamentalmente non sono mai stato un uomo sicuro di se stesso. Mi sono sforzato di esserlo, quello si. Se lo fossi stato di natura la mia vita probabilmente sarebbe stata diversa, forse migliore, non lo so, sicuramente diversa. Sono sempre stato anche lento, maledettamente lento, arrivo sulle cose dopo che gli altri se ne sono già andati probabilmente stanchi. Vittoriosi ma stanchi.

Un uomo lento, insicuro e anche un po’ diffidente, questo mi sento di essere, uno che ha bisogno di riflettere molto prima di muoversi. Che cosa può fare un uomo lento, insicuro e pure diffidente? l’unica cosa è insistere sulla base di quelle poche certezze acquisite. Alla maniera di come si costruisce una casa: terreno sano e fondamenta solide sulle quali poggiare mattone su mattone, fino ad alzare muri spessi e sicuri. Le mie poche certezze sono sempre giunte così: con calma, con i loro tempi per divenire forti e radicate. Non crediate sia stato facile, è stato un percorso lungo e disseminato di ostacoli, non è mai facile lavorare su se stessi e tentare di cambiarci combattendo le nostre paure, allontanando i nostri fantasmi. Difficoltà che a volte mi hanno messo in ginocchio e per qualche periodo anche convinto a desistere, per poi tornare di nuovo, come sempre, a sporcarmi le mani, ora finalmente e definitivamente senza ombre. Adesso che sono divenuto grande abbastanza, oggi che posso dire di aver avuto la fortuna dalla mia parte, quella fortuna dal significato così etereo ed invece, in verità, sin troppo radicato alle nostre origini terrene. Quella fortuna che ognuno di noi dovrebbe ricercare con caparbietà, la sorte che pochi sanno riconoscere perché sin troppo vestita  di una costanza insostenibile. Anch’io sto valicando la “Cima Coppi” di questo lungo giro che non finisce mai, da qui però non vedo ancora la discesa, sono nel falso piano e posso voltarmi indietro a guardare quelli che sui tornanti continuano a sudare e a sbuffare saliva… Ancora! Il Forco è andato di nuovo completamente fuori di testa! Che cosa vorrà dire con tutta questa serie di cretinate? Che cosa centrano con la pesca? Con il carpfishing? Sempre per merito di quella stessa fortuna di cui  si diceva poc’anzi, per me il carpfishing è una delle pratiche della mia vita, quella che più mi avvicina alla poesia, creando delle situazioni che ancora oggi riescono ad emozionarmi. E’ la  passione che mi aiuta a riavvicinarmi a me stesso ogni volta che sento di allontanarmi troppo, che rischio di perdermi. Lei mi prende per mano e mi riconduce lungo  sponde amiche, dove mi sento tranquillo perché, quando voglio, posso  seguire la via dell’acqua sicuro   che mi riporterà sempre  verso casa. Quello che desidero è sporcarmi le mani per sempre! Voglio le unghie nere di terra, le braccia unte di muco, sudore e fango secco sotto il sole, foglie gialle, nella rete del guadino! Odore di boilies che sale su per le scale e l’inquilino del piano di sopra che grida: “basta è ora di finirla!”. No! Io non smetterò! Io mi vedo così: vecchio, con tutti i possibili acciacchi di chi ha lavorato con ginocchia e schiena,  ancora capace di godere, di vivere, di gioire, con quella passione che mi fa tenere ancora il cuore in mano. Una passione che ha potuto somatizzare, dentro di me tutta la vita e gli influssi benefici che mi hanno mantenuto sano di corpo e di mente; altro che pastiglie! Questa mia, è una promessa, un giuramento, un desiderio, una volontà, ma soprattutto un augurio che faccio a me e a tutti quanti voi perché non vi è nulla di più bello che avere in corpo una sana passione. Ho scritto molte volte come credo vada vissuta, come la penso e non vi sono alternative, non dobbiamo aver paura di pulirci dentro, tanto quanto di sporcarci fuori. Quando vedo inquinare il nostro mondo penso a quanto si può esser piccoli e senza cervello, a quanto male stiamo facendo a noi stessi ma anche agli altri. Per poter capire l’essenza del carpfishing bisogna diventare grandi, coltivarsi e crescere. Costa fatica e sacrificio, non è cosa per tutti! Vuol dire allontanarsi il più possibile dalla materialità del gesto, scappare dal luccichio degli specchi e dalle attrezzature scintillanti, messi come trappola per uccelli ancora troppo stupidi per capire. Scappare dalle bave dell’invidia di quelli che si fermano solo davanti a “certe” foto, dall’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto, dalle bugie di chi non sa raccontare neppure a se stesso la verità, per scivolarne finalmente tra le pieghe più nascoste, morbide, intime e rare del nostro tesoro e bagnarsi una mano di piccole gocce di fresca  rugiada.  Bere un caffè che sa di nebbia, nella nebbia, lontani dalla noia. Questa  noia che ogni tanto ci assale e ci spaventa, questa brutta figlia del nostro tempo. Il carpfishing è quel muro di solidi mattoni costruito tra noi e la marea della noia. Arginare quei  reflussi nefasti è il compito di ognuno di noi, insegniamo questo ai giovani che iniziano, un vero elisir per essere efficace ed avere poteri magici ha bisogno di particolari alchimie. La nostra passione può e deve essere vissuta a tutto tondo, mescolando le giuste dosi delle varie componenti, solo in questa maniera riuscirà ad intrigarvi e vi obbligherà a non lasciarla mai,  perché non vi basterà una vita per entrare a farvi accarezzare da tutte le sue splendide e vellutate pieghe. Non servirà essere dei super-man, degli alchimisti o dei geni. Molti ve lo vorranno far credere. Snoccioleranno formule incomprensibili per farvi sentire inadeguati, non all’altezza. Non fatevi intimorire dai loro concetti, pensate piuttosto che il mondo è pieno di detrattori e ancor più pieno di personaggi in cerca di materia con cui riempire il loro ego. Pensate solo che la nostra passione è diventata così popolare proprio perché  semplice e alla portata di tutti (a qualcuno questo non va proprio giù!) Piuttosto servirà aprire il nostro cuore e far andare la fantasia, liberare il nostro lato artistico, affinare l’istinto. Dovrete per forza di cose mettervi in silenzio e a testa bassa da una parte, quando sarete al cospetto di madre natura, questo vi porterà a calcare piste intonse mai battute prima ed avrete la sensazione di essere i primi carpisti sulla terra, nel paradiso terrestre. Attenzione però a non commettere l’errore di Adamo. Non mangiate quella mela, potrebbe essere collegata ad un capello! La storia potrebbe ripetersi. E si ripeterà…