La carpa (cyprinus carpio Lineaus) è un pesce molto antico proveniente dall’ Asia ed importato in Europa per scopi alimentari in epoca Romana . L’allevamento si diffuse nei monasteri cristiani ed è in questo preciso momento storico che iniziò l’opera di selezione della specie a fini alimentari che dal ceppo selvatico ( la cosiddetta carpa “Regina”) permise la nascita delle sottospecie “Specchi” e “Cuoio”, che presentano meno squame ed un tasso di accrescimento maggiore. Nel Medioevo questo pesce alloctono trovò ampia diffusione anche nelle acque libere di tutta Europa colonizzandole in maniera diffusa guadagnandosi di diritto, a detta di numerosi studiosi, lo stato di AUTOCTONO perfettamente inserito ed adattato nei nuovi habitat.

La carpa è presente in tutte le acque dolci della nostra penisola, dai laghi di origine glaciale fino a quote superiori ai 500-800 metri (s.l.m.) , ai canali e le lagune salmastre confinanti con il mare.

Questo meraviglioso onnivoro presenta una grande capacità di adattarsi all’ ambiente oltre ad essere uno dei 4 giganti d’acqua dolce (Storione,Siluro,Carpa e Luccio) ricercati come trofeo dalla maggior parte dei pesca sportivi.

Per la sua diffusione , taglia e facilità di cattura la carpa è diventata  il pesce più pescato, studiato e pubblicizzato dalle aziende del settore , dai media e dai pescatori stessi.

Questo è il motivo che giustifica un libro dedicato al più controverso dei dibattiti : lo sviluppo dell’esca.

Iniziamo a conosce il pesce in oggetto prima di sviluppare argomenti più specifici e diretti;

la biologia della carpa è troppo complessa per parlarne in maniera approfondita in un libro a tema esca , per questo motivo andremo a trattare solo gli argomenti interessanti ai fini dell’individuazione e pesca :

  1.    abitudini alimentari
  2.    organi di senso
  3.    metabolismo

      Abitudini alimentari

 

Come accennato prima, la carpa è un onnivoro opportunista che si nutre di tutto ciò che trova, sia di origine animale che vegetale, sfruttando al meglio le risorse disponibili nell’ ambiente che colonizza.

Il pescatore attento dovrebbe quindi valutare la disponibilità di cibo naturale e verificarne la qualità  per avere le idee più chiare su tipologia di esca e quantità da utilizzare in funzione dell’ ambiente.

La storia delle esche da carpa  ci insegna che negli ambienti caratterizzati da cibo scarso e di basso valore biologico  è più facile indurre i pesci a nutrirsi anche usando boilie molto semplici , mentre è evidentemente più difficile interessare i grossi ciprinidi quando vi è abbondanza di ottimo cibo.

Vorrei chiarire che la taglia del pesce , argomento di fondamentale importanza per i cacciatori di trofei, non è legata tanto alla ricchezza in termini nutritivi , ma al quantitativo di pesci presenti nello stesso.

Per questo motivo, un’acqua povera popolata di poche carpe, può comunque offrire la possibilità di catturare l’esemplare da sogno (che sarà presumibilmente un vecchio pesce)mentre un ambiente ricco ma troppo popolato potrebbe generare soggetti affetti da nanismo.

La possibilità di catturare tanti pesci di taglia è prerogativa delle acque particolarmente ricche di cibo di origine animale.

Ma vediamo in ordine di importanza e qualità il cibo più nutriente per le nostre amiche:

 

 -Granchio d’acqua salmastra

 

un animale presente nelle acque di confine fra terra e mare, sensibile ai moti d’acqua che si spinge all’ interno dei canali e delle lagune durante le fasi di alta marea. Cibo molto proteico e facilmente catturabile dai pesci che ne sono ghiotti .

E’ facile capire quando le carpe si alimentano di questi crostacei perché a causa del grande contenuto di carotenoidi , le pinne dei pesci si colorano di un arancione acceso.

 

 -Gambero d’acqua dolce

 

altro super cibo presente nei fiumi e nei laghi di cui la carpa è ghiotta e la cui presenza condiziona le abitudini alimentari dei grossi ciprinidi che tendono a diventare quasi esclusivamente notturne proprio perché durante le ore serali questi piccoli crostacei sono più attivi.

 

 -Gambero killer

 

un antipatico invasore che sta distruggendo le acque del piano , fornendo alla carpa un’alternativa ad alta resa all’ ormai scomparso gambero italico. Per i pesci è più difficile catturare questo crostaceo a causa del suo carattere molto aggressivo e della capacità di muoversi con velocità e sfuggire alla cattura.

 

 - Lumache d’acqua dolce

 

Presenti in molte specie nei laghi della penisola, rappresentano un cibo comodo e nutriente di cui le grosse carpe si cibano volentieri e con facilità.

 

 - Cozza unio e dreissena

 

Due bivalvi che rappresentano una buona fonte alimentare per la carpa , ma che richiedono un certo sforzo per essere predate e frantumate , venendo quindi preferite da pesci sani e giovani con la dentatura faringea forte ed integra. Parlando di cozze, vorrei ricordare che le grosse anodonta non rappresentano una fonte primaria di nutrimento a causa delle dimensioni e del fatto che la carpa se ne ciba solo quando le trova già morte.

 

 - Uova di rana e di pesce, girini , avannotti

 

Fonti nutritive eccezionali ma stagionali, quindi non ai primi posti nella lista.

La carpa ne è ghiotta e ne fa delle mattanze, risultando in determinati periodi dell’anno un predatore più che un onnivoro. Queste fonti alimentari sono inoltre fondamentali per la frega delle carpe che grazie all’ abbondanza di proteine ingerite , riescono a sviluppare al meglio le uova nelle gonadi.

Le acque che contengono uno o più di questi alimenti sono da considerarsi ricche e produttive,  quindi una precisa scelta dell’esca ed un’accurata strategia di pasturazione sono fondamentali per catturare tante carpe mirando ai pesci trofeo.

 

-Larve di chironomidi, zanzara ecc.

 

Cibo anche questo stagionale, fra i più nutrienti presenti anche in ambienti poveri.

 

- Sanguisughe

 

Un animale molto sensibile all’ inquinamento e quindi estinto dalle  acque sporche nelle quali le carpe riescono a vivere e prosperare.

 

 - Benthos del fondale

 

L’insieme di tutti quegli organismi che popolano il fondale ossigenato dei laghi , che comprende piccoli vermi, larve e micro invertebrati.

 

-Alghe

 

La carpa essendo un onnivoro si nutre anche di piccole alghe e vegetazione sebbene questo cibo sia all’ultimo posto della nostra lista come valore biologico.

 

 -Vermi, insetti e tutto ciò che cade in acqua

 

il cibo che cade casualmente in acqua rappresenta una ricca opportunità che però non è presente in maniera costante.

Le acque che offrono  questi alimenti, si devono considerare acque povere e per questo motivo la scelta dell’esca risulta molto meno importante per il successo della pesca.

 

 -Frutta, bacche ecc.

 

In riva a laghi , fiumi e canali crescono piante  i cui frutti possono cadere in acqua e divenire una buona opportunità alimentare per i pesci che vi abitano. Considerando stagionalità e casualità , queste risorse chiudono la nostra lista dei principali nutrienti .

 

Organi di senso

 

Un pesce così adattabile e opportunista è ovviamente dotato di organi di senso specializzati e recettivi a 360° , in modo da individuare facilmente tutte le risorse alimentari disponibili.

Anche per gli organi di senso, vediamo di approfondire in termini semplici, chiari e relativi alla pesca, in ordine di importanza , dai fondamentali ai secondari:

 

1.  -Olfatto e gusto

 

Uniamo insieme questi due sensi perché in acqua le molecole odorose e quelle gustative veicolano alla stessa maniera e quindi vengono recepite contemporaneamente dalla carpa.

Capiamo meglio questo meccanismo fondamentale per i nostri scopi , confrontando con gli analoghi sensi dell’essere umano:

nel caso del' uomo , le molecole volatili vengono respirate ed analizzate dal cervello che associa all’ odore percepito  il ricordo memorizzato più coerente. Per questo motivo entrando in un panificio ci viene fame di pane  prima ancora di aver visto le baguette o le rosette. Per riconoscere invece il sapore del pane, abbiamo bisogno di associare l’odore con il gusto specifico, mettendo in contatto diretto l’alimento con le nostre papille gustative e questo deve avvenire contemporaneamente , quindi se mangiamo il pane tappandoci il naso , non ne riconosceremo il gusto.

La carpa è in grado di odorare ed assaggiare il cibo prima ancora di venirne in contatto e questo avviene a distanze relativamente interessanti per noi pescatori. Per questo motivo l’esca e la pasturazione giocano un ruolo fondamentale nella pesca dei grossi ciprinidi.

Questo primo assaggio avviene filtrando l’acqua che circonda il cibo attraverso degli opercoli nasali ricchi di recettori specifici per i vari micronutrienti, che sono distribuiti anche sulle labbra e sui barbigli posti ai lati della bocca.

Grazie a questi baffi  il pesce è in grado di sentire la presenza di cibo anche se questo si trova sotto uno strato di fango oppure in condizioni di visibilità pari a zero , rendendo possibile la ricerca anche nelle ore  notturne.

I recettori del gusto  sono organi specializzati ed adattati all’ ambiente in cui il pesce è nato e cresciuto e sono purtroppo condizionati in negativo dalle condizioni di inquinamento dell’acqua,  per questo motivo una carpa che vive in acque molto pure possiede organi di gusto\olfatto estremamente sensibili, in grado di rilevare parti infinitesimali ( 3-10 PPM)di sostanze chimiche , mentre i pesci che vivono in acque troppo cariche di inquinanti organici e chimici diventano quasi insensibili anche a livelli alti di stimolazione.

Un pesce che si  è sempre alimentato con cibo proteico ad elevato valore biologico sarà specializzato per individuare  segnali chimici che provengono dalle sue prede abituali, mentre una carpa che nasce e cresce in un’acqua povera si adatterà a sviluppare di più altri organi di senso e ad essere più recettiva nei confronti del cibo facile presentato dall’ uomo in maniera indiretta(scarti finiti in acqua) e diretta (pastura ed esche).

Già in questi passaggi c’è molto da capire per quello che riguarda la formulazione di un’esca performante in funzione dell’ambiente ma prima di continuare su questo ragionamento, vediamo quali sono le sostanze chimiche primarie che stuzzicano l’interesse alimentare di una carpa.

·   Tutto ciò che esce dal corpo degli animaletti descritti sopra come cibo fondamentale , ovvero acido urico, ammine, amminoacidi e frazioni indigerite di cibo.

·   Zuccheri semplici e frazioni di nutrienti.

·   Acidi grassi ed olii, tutte sostanze di cui parleremo nei capitoli dedicati definendo quali sono le più interessanti e funzionali per i nostri scopi.

 

2. -Tatto

 

Localizzabile nei barbigli, sulle labbra e nel complesso organo della linea laterale, il tatto è un altro senso fondamentale per cibarsi in un pesce che spesso vive in acque limacciose o che si nutre di notte in assenza di luce.

Grazie alle vibrazioni prodotte dal cibo vivo ed alle differenze di potenziale elettrico prodotte da alcune sostanze chimiche, la carpa riesce ad individuare la fonte da cui provengono.

La capacità di rilevare i movimenti è utile anche usando esche immobili prive di vita, in quanto i pesci si abituano ad associare i rumori prodotti durante la pasturazione (tonfi in acqua ma anche la lenta discesa di particles e boilies verso il fondale) alla presenza di cibo e per l'individuazione di pasture “attive” che creino micro bollicine e movimento nelle immediate vicinanze dell’innesco.

 

3. -vista

 

Il senso della vista è ben sviluppato nella carpa che ha un’ottima visione sia frontale che laterale grazie alla posizione degli occhi.

Si tratta di una visione tetra cromatica in grado di distinguere 4 colori (rosso, verde , blu e ultravioletto) molto adattata alle abitudini crepuscolari e notturne di questo animale.

Senza alcun dubbio le capacità visive del pesce gli consentono di individuare con estrema precisione tutte le differenti sfumature e contrasti che caratterizzano il fondale e l’habitat dove vive e si nutre, rendendo interessante anche lo studio del colore dell’esca ai fini di ottimizzare gli effetti della pasturazione e dell’azione di pesca.

Ma questa definizione inequivocabile si presta ad interpretazioni ambigue e facilmente fraintendibili.

E’ sempre interessante che la nostra esca sia facilmente visibile?

A questa domanda non è possibile dare una risposta unica perché a volte può esserlo ed altre no e questo dipende da come peschiamo.

Se per esempio il nostro approccio è casuale e diretto allo spot con poca esca in acqua  oltre all’ innesco è certamente utile che la boilie sull’ amo sia effettivamente individuabile e riconoscibile sotto tutti i punti di vista per scatenare curiosità ed istinto predatorio nel pesce e aumentare le possibilità di cattura.

Se invece stiamo pescando su fondo opportunamente preparato con pasturazione preventiva mirata e focalizzata sulla componente alimentare delle esche , conviene che queste non siano individuabili con la vista  ma esclusivamente con gli organi di senso di gusto e olfatto , in modo da celare l’inganno e far cadere ogni tipo di resistenza e sospetto.

Anche i due esempi riportati non rappresentano verità assolute in quanto in molte occasioni può risultare utile avere un innesco molto visibile posato su abbondante letto di pastura nutritiva, ad esempio quando si gareggia e si devono attirare velocemente tanti pesci aumentando al massimo le possibilità di abboccata.

 

-Metabolismo

 

Analizzando il cibo di cui si nutre in natura la carpa è facile intuire che la sua alimentazione è prevalentemente di origine animale. Di fatto questo ciprinide onnivoro si è adattato a ricavare il sostentamento in termini energetici e plastici dalle proteine e dai grassi essendo gli zuccheri semplici quasi del tutto assenti in acqua.

In questo pesce tutto è specializzato per individuare le fonti alimentari ricche di proteine e grassi e di questo dobbiamo certamente  tenere conto.

La carpa non è simile all’ uomo per quello che riguarda la digestione quindi non la dobbiamo umanizzare e non dobbiamo ragionare in termini alimentari e di sviluppo dell’esca riferendoci a noi stessi, alle nostre abitudini ed ai nostri gusti personali.

Questo è l’errore più comune in cui cade la maggior parte dei pescatori.

La carpa non ha stomaco , ma un lungo intestino all’ interno del quale la digestione avviene in tempi direttamente proporzionali alla temperatura dell’acqua, per questo motivo con l’acqua calda il pesce si alimenta di più e più spesso e questo è un altro fattore fondamentale di cui tenere conto.

Analizzando i vari tipi di nutrienti, le proteine animali vengono scomposte molto facilmente grazie ad enzimi digestivi prodotti direttamente dal pesce, mentre le proteine vegetali necessitano dell’aiuto di batteri simbionti , che vivono cioè nel corpo del pesce , ma che sono presenti in concentrazioni differenti a seconda della temperatura corporea dell’animale (legata direttamente alla temperatura del liquido in cui esso vive).

Sempre per questo motivo, le fonti animali rimangono facilmente digeribili durante tutto l’arco dell'anno , mentre quelle vegetali peggiorano nei mesi freddi.

Grazie all’ elevato potenziale calorico ed energetico che contengono, i grassi sono dei nutrienti importantissimi per il pesce che è di solito in grado di assimilarli bene a patto di riuscire ad emulsionarli , per questo motivo tutti gli oli che tendono alla solidità con la bassa temperatura  possono risultare indigesti con l'acqua a temperatura inferiore ai 18°C.

Gli zuccheri sono normalmente ben tollerati da parte dei ciprinidi in genere anche se gli amidi migliorano notevolmente le possibilità di assorbimento se scomposti in catene molecolari più gestibili (magari sottoponendoli a trattamento termico di cottura).

Da tutte queste considerazioni oggettive è facile ricavare degli ottimi dati sul bilanciamento di quella che può essere considerata l’esca perfetta in termini nutritivi e di digeribilità , ovvero una percentuale proteica compresa fra il 25 ed il 40% (2\3 delle quali di origine animale)grassi max 15% ed il resto  zuccheri e fibre.

Del bilanciamento dell’esca parleremo in maniera più approfondita nei paragrafi dedicati.