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A volte ritornano...

A VOLTE RITORNANO…

 

Una sessione pienamente riuscita fornisce lo spunto per esaminare quelle componenti che hanno portato al successo. Esperienza e strategie adeguate hanno fatto la differenza, ma non sempre queste tattiche devono per forza essere  innovative, alle volte basta solo farle tornare dall’oscuro dimenticatoio nel quale  sono sprofondate…

 

Sono finalmente al mare, è sera, sono seduto nel giardino della pineta e scrivo. Ma queste zanzare continuano a perseguitarmi… Immaginate la fine del mese di Luglio, fa molto caldo e andare a pesca è l’ultima cosa che desidererei  fare. In quei caldi giorni di lavoro, aspettando le ferie, matura una situazione contingente per la quale sono costretto ad anticipare le mie vacanze. Da buon lavoratore autonomo neppure tanto a malincuore, mi adatto alla situazione e programmo per mettermi in vacanza per quindici giorni. Nella vita sono abituato a pianificare le cose che faccio e quindi questa situazione imprevista mi impedisce di raggiungere al mare la mia famiglia, in quanto ho l’appartamento “invaso” da ospiti che mia moglie puntualmente invita in mia assenza. É Giovedì, domani smetterò di lavorare e sarò in vacanza.

Una persona normale che cosa potrebbe fare?

Un uomo quarantenne, solo, in città, per tutta la settimana…Mi spiace deludervi! Me ne andrò a “Pescare  Carpfishing”! Purtroppo è l’unica cosa che so fare quando non so cosa fare. Decidere dove andare in un periodo come questo non è la cosa più facile, sarebbe sensato orientarsi verso qualche bel fiume della mia zona, che con le sue fresche acque, potrebbe garantirmi qualche partenza , ma non è questa la pesca che voglio adesso, sono le mie ferie e gradirei solo un po’ di sano riposo, non voglio certo essere messo sotto pressione da una pesca impegnativa come solo la pesca in corrente sa essere. Potrei scegliere qualche lago a pagamento, con tutti i confort e i pesci sempre più grossi, ma non fanno al caso mio. Ho bisogno di uno stimolo che mi faccia muovere come un silenzioso predatore, che non mi faccia domandare, con il pesce in mano, nel cuore della notte: “ma io, che ci sto a fare qui?” Ho bisogno che mi faccia salire il tasso di adrenalina ancor prima di tendere le mie lenze, e so che dopo quindici anni di carpfishing non è facile…

Il segreto di saper vivere la vita è anche nascosto nell’arte di saper cercare e trovare nuovi stimoli, e forse anche di sapersi accontentare, quindi penso che una famosa vecchia e grande cava, nella quale ho mosso i miei primi passi, e nella quale per motivi di sovraffollamento non metto più piede da circa dieci anni, possa essere un itinerario stimolante considerando le difficoltà che questo specchio d’acqua ha saputo crearmi in passato.

Avverto  un piccolo brivido lungo la spina dorsale…Tanto basta! Il tempo è tiranno, devo disegnare una strategia che tenga conto di tutti gli aspetti o almeno di quelli che ritengo fondamentali. Conosco bene la cava in questione, so dove trovare la zona dove il fondale è più profondo. Questa è la mia prima esigenza, in quanto vorrei incentrare la  mia azione soprattutto nelle ore diurne perchè esser da soli e costretti ad operare con le tenebre non è sempre conveniente. Di notte spererei invece di dormire più ore possibili. Questo è auspicabile in questo periodo caldo cercando le zone con buona profondità, un po’ più ossigenate grazie alle vene di acqua fresca, dove il pesce staziona volentieri durante il giorno, escludendo erbai e bassi fondali note mete notturne delle nostre amiche. Quattro giorni mi separano ancora dall’inizio della mia sessione e decido per tre sedute di pasturazione che eseguirò nella misura di 5 kg di sole boilies  cadauna, rigorosamente alle prime luci dell’alba, in modo di far trovare durante la giornata esca fresca al pesce. Non rimane che scegliere le esche da adoperare. La scelta va ponderata e nel farlo tengo presente la temperatura dell’acqua e il grado di pressione che riceve con le boilies. L’acqua misura 29°c e questo mi da modo di inserire 100gr di miele puro per chilo di mix, manovra che porta al limite la meccanica di rullaggio ma che in azione farà di sicuro una grande differenza. Questo in un mix a base di fegato, effettivamente poco inflazionato, addolcito ulteriormente dalla giusta dose di NHDC. Estruderò , rollerò e cucinerò a vapore il composto nella misura di 30mm per la pasturazione, e da 20mm per quello che riguarderà la fase di pesca. La seconda scelta è spinta dal motore di voler mettere alla prova in queste acque una ready made concepita in collaborazione con lo storico partner Richworth. Una pallina bianca, basata su un nutty mix, aromatizzata con miele e anice, velocissima, nuova, e di conseguenza ancora poco sfruttata che lancerò nel diametro di 24mm nella fase preparatoria, per scendere poi a 20mm in azione di pesca. Si chiama HP (high power oppure honey peanut…scegliete voi) e  voglio proprio vedere se è vero! La scelta di diametri così generosi è dettata dal fatto che la cava è infestata da pesci gatto nostrani, scardole e carassi in grado di ripulire un fondale tappezzato di esche in pochi minuti.

Rimane il fatto che per arrivare alle profondità citate ho bisogno di un lancio di circa 70-80 mt. Il problema non sussiste per i diametri fino a 24mm, ma non è così per quello che riguarda le “noci” del 30. In questo caso mi viene in aiuto l’arguzia dell’ amico Pietro che detto-fatto mi costruisce un tubo lancia boilies perfetto allo scopo. Nell’azione vera e propria trovo sia molto più attirante spargere molte  esche di piccolo (o medio ) diametro, in questo modo c’è più possibilità di far trovare l’esca al pesce, di tenerlo sulla pastura ed, in ultima analisi, di non sfamarlo. Porto a buon fine le fasi preparatorie ed arriva il momento di partire. L’intento è quello di sopravvivere degnamente sulla riva almeno 3-4 giorni in completa solitudine e quindi a tal proposito provvedo con una buona scorta di viveri, acqua, indumenti di ricambio e tutto quanto il resto. Porto con me anche 15 kg di boilies da 20 mm, divise tra i tipi prescelti. Un paio di collant con i quali avvolgerò  gli inneschi, per riuscire quantomeno a difendermi dai nemici pesci gatto. Il progetto che ho in mente prevede il raggiungimento di uno spot tranquillo, sobriamente riparato alla vista dei distratti, aiutato in questo dalla mia preziosa e pieghevole “Jolie”(una barca pieghevole molto piccola n.d.r.) caricata di tutto l’occorrente e già dotata di stabilizzatori oltre ai quali aggiungo sulle spalle il mio “Bodiguard “ Fox(giubbotto salvagente n.d.r.). Navigando silenziosamente sicuro, raggiungo in breve la posta senza perdere l’occasione durante il tragitto per fotografare degli splendidi fiori di loto, almeno porto a casa qualche foto, ho pensato. Alla vista di questi spettacoli che la natura mette in scena con i propri riflessi e i suoi colori, riesco sempre ad emozionarmi, quasi a commuovermi. Il carpfishing sa portare l’individuo ad un momento  di riflessione, una pausa con se stessi ed il proprio essere che per troppo tempo viene schiacciato ed alienato  da ritmi irrefrenabili e questo mi piace.

Conosco molte persone che non si sono mai fermate a guardare un fiore…

Poi l’ansia inizia a salire ed comincio a godere di quei momenti che precedono l’inizio alle danze. Ho architettato che per prima cosa, “bombarderò” la mia zona con un quantitativo di circa 5 kg di palline del 20. Il mio spot si trova all’estremità di una punta di terra e so che dalle “punte” si riesce quasi sempre ad operare su posti dove transitano le carpe, che “tagliano” trasversalmente il promontorio, per nuotare da un settore all’altro. La zona antistante è molto vasta e compresa in un raggio di 150° per un totale di circa 200mt di estensione. Ho deciso che questa operazione sarà condotta esclusivamente da terra con l’uso di un Rangemaster Fox da 20mm. Poi su questo “campo coltivato” lancerò da riva le mie 3 canne cercando di distanziarle il più possibile, sarà così più facile intercettare il pesce entrante in zona e, dopo la sua eventuale cattura, disturbare nella minor maniera possibile durante le fasi combattive gli altri esemplari presenti che si stanno magari approcciando agli inganni.   Gli inneschi da 24 e 30 mm saranno avvolti in calza-collant perchè siano quanto più duraturi possibile. Ad ogni eventuale cattura decido di lanciare 1 kg di boilies sempre “aperte” il più possibile, sulla vasta area tanto da rassicurarmi della presenza continua di pastura in zona. Un fattore sul quale mi soffermo a pensare riguarda proprio l’uso della barca, ed analizzando come la maggior parte dei carpisti si muove in queste acque, decido che il miglior modo per esser “diverso” da loro è quello di ripescare le condotte di pesca e le strategie con le quali ho iniziato. Quando ho cominciato non avevo la barca. La barca quindi non mi servirà ma sarà comunque a disposizione per qualche eventuale difficoltà nel recupero delle carpe “maliziose” nel raggiungere gli ostacoli presenti sul fondale. I terminali composti da filati del tipo in treccia hppe, ricoperti di guaina asportabile, mai troppo lunghi, sono una scelta obbligata per operare con lunghi lanci ed in presenza dei pesci gatto scongiurano il rischio di incappare in fastidiosi garbugli. Portate generose, ami robusti e montaggi che garantiscano una perfetta rotazione coprono il resto delle mie esigenze. Quello che è successo non ve lo starò certo a raccontare rischiando di ripetermi nelle solite, seppur piacevoli, descrizioni. Riassumo osservando il fatto che  dopo appena 36 ore dall’inizio dell’avventura, avevo già terminato le mie esche. L’intervento del titolare di Big Fish, l’amico Fabio Boscolo, con un provvidenziale rifornimento di altri 10 kg di HP, assieme a 10 kg di Complex Richworth da 14 mm, ha scongiurato un possibilissimo “fine della festa”.

Le bianche HP non hanno solo convinto ma anche sorpreso! All’interno di un sacco di ritenzione ho scoperto dalle deiezioni che una carpa tra le più belle le aveva scelte in esclusiva. Oltre al fattore gusto credo che in questo frangente abbia avuto importanza anche il colore molto visibile, contrastante e sicuramente poco usato di queste sfere. A questo punto non mi resta che tirar le somme, ma detesto elencare numeri e pesi.

Si pesa una vacca quando va al macello!

Forse troppi pescatori che conosco non si sarebbero neppure mossi da casa per questi pesi. Questi pesci agli occhi di molti non valgono nulla, niente record, niente sponsor, nessuna pubblicità! Questi splendidi animali servono soltanto a me, mi danno tanta gioia e fanno  ancora parte  dei miei stimoli. Spero che questo duri in eterno…