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Sacchetti trasparenti (le ready made)

SACCHETTI TRASPARENTI

(viaggio alla ricerca della qualità pronto uso)

testo e foto di Stefano Forcolin

 

Sono sempre stato un convinto estimatore delle boilies ready made, ho sempre creduto che il prodotto confezionato debba avere innanzitutto grandi requisiti, primo su tutti l’adescabilità, in quanto una boilie che non cattura molti pesci è destinata a non essere venduta. La mia fiducia, in questo contesto, è sempre stata direttamente proporzionale alla mia esperienza, quindi in quel primo periodo, pensavo che  mi sarebbe riuscito molto difficile fare di meglio di quello che i nostri maestri Inglesi avevano iniziato a fare da qualche anno, inoltre per alcuni di loro l’esca era già diventata una professione che gli procurava di che vivere. Con il passare del tempo , però, questa  fiducia mi stava lentamente abbandonando, in quanto durante questo percorso mi è capitato (come a molti) di incappare in prodotti già confezionati,  di fattura veramente mediocre, che mi hanno fatto perdere tempo ed , ancor peggio, diventare diffidente a tal punto di dover dubitare di poter essere in balia di una pura e semplice speculazione commerciale, con il  mio conseguente rifiuto per tutto quello del quale non conoscessi a fondo l’esatta composizione. Con questo non nego che all’epoca (come ora) non ci fossero stati dei prodotti qualitativamente all’altezza della situazione, ma quello che certamente ne scoraggiava l’acquisto era sicuramente il prezzo.  Naturalmente una grande passione tiene sempre alto l’interesse per lo studio e lo stimolo per un continuo aggiornamento, così da decidere  di intraprendere un convinto periodo di self-maker. I risultati furono da subito incoraggianti tanto da  tralasciare in breve e quasi totalmente, l’acquisto di boilies già pronte. Molte volte però gli accadimenti sono pronti a fare cambiar rotta anche ai più accaniti sostenitori e quella che  ho ultimamente vissuto e che considero come una vera e propria rivelazione è una illuminazione che penso possa positivamente essere trasmessa anche ad altri appassionati che hanno vissuto le stesse mie vicissitudini. Attraverso la collaborazione con la Londinese Richworth che per la cronaca è stata la prima azienda a produrre boilies pronte all’uso, sin dal 1983, avevo avuto modo di appurare accuratamente circa la qualità con la quale vengono prodotte tali esche, ma come spesso accade in questi casi, le parole non bastarono a sradicare molte delle mie motivate convinzioni. Fu forse per questo motivo, che il destino mi mise di fronte un’ occasione unica: andare a visitare lo stabilimento in Inghilterra. Pensai che sarebbe stata una grande esperienza assolutamente da non farsi scappare, anche in considerazione del fatto che avrei potuto divulgare queste informazioni tramite la rivista ,  non sarei quindi stato l’unico a beneficiare di ciò e questa per me è sempre una delle più grandi motivazioni. Sarebbe stato bellissimo visitare Nutrabaits o Nashbaits , oppure Solar, Mistral o Mainline, dico questo perché indubbiamente risulta molto scomodo dover parlare dell’azienda con la quale si collabora, sarebbe facilmente più credibile parlare di altri (e sicuramente i miei colleghi prossimamente lo faranno) . Rimane comunque in me forte, il desiderio di voler essere quanto più obbiettivo possibile, in quanto mi rendo conto che l’argomento merita la massima serietà e correttezza. Se per caso una delle molte case produttrici di esche sarebbe disposta a essere visitata, non me lo farei sicuramente ripetere e riporterei il tutto parlandone con estrema franchezza, come stò facendo ora. Concludo questo mio personalissimo pensiero, riflettendo su quanto è successo in questi anni e mi chiedo se non sia stato commesso qualche grossolano errore di valutazione da parte di qualche azienda, credere di poter riversare sul mercato delle esche da carpa, qualsiasi cosa. Forse con un po’ più di accuratezza i risultati (anche commerciali) sarebbero stati di  tutt’altro spessore e sicuramente oggi non saremo qui a convincere nessuno che dentro a quel sacchetto vi possa essere anche moltissima qualità! In compagnia di Fabio Boscolo, titolare dell’importazione in Italia del marchio Richworth e di altri due Richworth Italian official tester del calibro di Sandro Minotto e Sergio Tomasella, siamo volati a Londra per quello che ho da sempre considerato il coronamento di uno dei sogni del carpista: la visita della fabbrica delle esche che usa per pescare! E’ stato strabiliante conoscere Bob Baker, titolare di Stream Select, nome fiscale con il quale è registrata Richworth, la quale logisticamente è situata a circa 30 km da Londra in un paesino a dir poco pittoresco e nel quale si respira tutto il benessere della tranquilla vita della cintura Londinese, in una perfetta zona artigianale, all’interno di una tipica infrastruttura industriale dall’inconfondibile stile Britannico. Richworth è il tipico esempio dell’azienda a conduzione famigliare ed in parte questo è il segreto del loro successo. I tre figli Steven, Colin e Alan hanno diverse mansioni all’interno dello stabilimento, mentre la mamma Eileen si occupa dell’ufficio. Bob, il boss, 60 anni, è un carpista al 100%, al quale non chiedere quanti quintali di boilies vengono prodotti, ma parlagli di pesca, laghi e catture e capisci subito che un altro dei segreti di Richworth è insito proprio nella grande passione di quest’uomo. Nella curata e ben dimensionata  infrastruttura (circa 1500 mq) trovano lavoro 15 persone e dall’ufficio si accede al magazzino, del quale la prima parte è dedicata ad aromi ed additivi di vario genere. Le varie essenze vengono prodotte da selezionatissime aziende che da anni collaborano con Richworth, nessuno di questi ingredienti viene prodotto da Stream Select , all’interno dell’azienda vengono invece create delle esclusive combinazioni aromatico-attrattive. Nel soppalco sovrastante, vengono stoccate tutte le materie prime, gran parte di queste sono le basi per la composizione dei mix (sette in tutto). Gli ingredienti entrano in un grosso miscelatore (portata 250 kg) per poi passare in un dosatore automatico, il quale , consente il riempimento dei contenitori ermetici pronti alla vendita. E’ utile ricordare che per ovvie ragioni industriali, ci è stato cortesemente chiesto di non fare alcun tipo di ripresa a parti meccaniche dell’impianto.

GLI STESSI MIX? Un fatto che mi ha piacevolmente impressionato è stato sapere che questi mix sono i medesimi con i quali vengono preparate le boilies ready-made e questo, consentitemi di sottolinearlo, è un fattore che lascia intendere molte cose…

E LE UOVA?Nel frattempo giungeva nell’ordinato capannone, un camion pieno d’uova fresche, manco a dirlo, il fatto mi faceva convincere  ulteriormente , in quanto anche se ero già sicuro circa la presenza di questo ingrediente all’interno delle esche, non ero così sicuro si trattasse proprio di uova fresche, e invece…Le uova vengono rotte con una macchina che separa la parte liquida dal guscio (5000 in 10 min. ). Successivamente le stesse vengono immediatamente congelate rinchiuse in apposite celle frigorifere, all’interno di contenitori ermetici, per essere usate l’indomani . Alan ci spiega immediatamente che l’uso dell’uovo freddo aiuta moltissimo nella fase di amalgama degli ingredienti. Il mix viene introdotto in una impastatrice del tipo per fare il pane, qui vengono introdotte le uova (fredde) , gli additivi sia liquidi che in polvere ed un emulsionante di origine vegetale, questo processo dura 10-15 minuti dopo i quali, parti dello stesso, vengono tolte manualmente per essere passate alla fase di rollatura, la quale avviene tramite una simultanea doppia estrusione, il taglio automatico delle salsicce lunghe circa 20cm, le quali tramite nastro, scivolano su tavole di rullaggio di forma cilindrica, per cadere già in forma sferica, su di un nastro sottostante, il quale le trasferisce al conseguente tuffo in un grande pentolone nel quale l’acqua viene tenuta costantemente in ebollizione, da qui, previa bollitura, le adorabili sfere vengono tolte manualmente e trasferite su delle semplici cassette in plastica del tipo da frutta e verdura , agevolando da subito la loro traspirazione e vengono messe a sgocciolare per un minimo di 4 ore, nelle quali un incaricato ha  cura di rigirare il prezioso contenuto ogni mezz’ora.

IL FORNO CHE CONSERVA? La seconda fase di asciugatura/essicazione avviene grazie ad un forno termoventilante (capienza 25 m3 ) a controllo numerico di umidità/temperatura. Per Richworth si tratta di un investimento non indifferente che ha consentito la diminuzione di 5 volte la quantità di conservante all’interno delle proprie boilies. Stream-Select infatti si è sempre mossa nella direzione della naturalità e della salute alimentare del pesce, guadagnando oltretutto in gusto e palatabilità .

CONSERVANTE? Attualmente la dose di conservante di altissima qualità per uso umano, è di 400gr per 100 kg di mix allo stato secco. Ci siamo anche preoccupati si sapere qualcosa in più su quanto riguarda la produzione delle Airo Pop-Up, le quali seguono lo stesso processo delle sorelle affondanti, con la differenza di ricevere il massimo delle attenzioni rivolte alla manipolazione, ciò è dovuto alla delicatezza del mix che le compone e per gli alti standard di estetica richiesti, strettamente legati alla loro galleggiabilità . Nello specifico, la fase di asciugatura nel forno controllato elettronicamente, dura 12 ore per i piccoli diametri, 24 ore per diametri 18-20mm, fino a 33 ore per sfere di 24mm di diametro, passando da 20°C e 80% di umidità, fino a 50°C di temperatura e 10% di tasso di umidità. Superata tale fase, le palline vengono trasferite su di un vaglio dove avviene la separazione automatica dagli scarti (cut off), i quali vengono venduti separatamente ad un prezzo molto interessante, successivamente tramite dosatore automatico, vengono imbustate grazie al lavoro di un operatore. E’ capitato in questa fase di notare che qualche boilie caduta accidentalmente a terra veniva regolarmente buttata via per evitare ogni possibile rischio di contaminazione batterica. E’ stato calcolato che il prodotto, conservato integro , debba durare un anno da questo momento e tale risultato, con questi ingredienti e questa lavorazione è un grande traguardo. DODICI PER UNA Dalle informazioni si è evinto che una boilie all’apparenza semplice come può sembrare una tutti-frutti, ha all’interno ben 12 ingredienti sia essi in polvere che liquidi (mix escluso). Anche i coloranti introdotti , mediamente solo 70 gr in 75 kg di mix, altamente concentrati, non sono assolutamente dannosi per la salute del pesce e vengono distribuiti esclusivamente per la produzione industriale. Alcuni dei nostri quesiti erano rivolti alle possibili contaminazioni tra le varie impronte aromatiche della produzione, infatti a tal proposito vengono adottati dei sistemi molto severi che variano in base alle esigenze  fino ad arrivare all’uso di paste adesive, nei casi estremi. Si è anche parlato dei fatti avvenuti a riguardo l’uso scellerato di alcuni tipi di conservante del tipo formalina notoriamente tossico e a basso costo da parte di qualche mente che pensava di aver trovato un filone d’oro…Povere carpe…Alcune curiosità emerse riguardano la produzione che sforna 600 milioni di boilies l’anno, le linee di produzione sono due per i diametri inferiori ed una per le palline più grandi, la gamma può arrivare sino a 120 combinazioni aroma/diametro. Il domani di casa Richworth è puntato tutto sulla naturalità degli ingredienti e della loro lavorazione, (vedi Multiplex, Bioplex, Com-plex) mantenendo seppur in uno standard industriale, un processo ad ideologia artigianale e questa è stata la sensazione che mi ha interamente pervaso ed accompagnato sin dal primo momento, quel profumo di farina, aromi e uova era lo stesso che sono sempre stato abituato a respirare, quelle macchine instancabili lavoravano molto meglio  delle mie mani stanche dopo un giorno di lavoro. Mi è tornata alla mente quella fiducia che avevo perso, mi sono ricordato di quelle  parole: “come puoi fare di meglio!”