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Combi flavour

L’idea di miscelare fra loro varie combinazioni di aromi e attrattori, è vecchia come la boilie. Per arrivare però a un prodotto aromatizzante combinato di tipo commerciale, si deve attendere la messa sul mercato dei: ” combi-flavour” di Leon, una particolare tipologia di aromi, distribuita da metà degli anni novanta, che si figurava di far interagire fra loro, essenze differenti basate su differenti solventi e quindi non mescolabili, ma semplicemente emulsionabili fra loro.

Era molto interessante agitare vigorosamente il prodotto prima dell’utilizzo, i due liquidi si mescolavano formando un gel biancastro, per poi stabilizzarsi di nuovo, ognuno nella sua composizione di partenza, lasciando a riposo il contenitore per qualche minuto.

Ovviamente lo stesso effetto pratico in pesca, si poteva ottenere anche inserendo il singolo aroma per volta nell’impasto, ma il concetto era effettivamente rivoluzionario e spalancava le porte a differenti utilizzi pratici che ora vi voglio elencare.

1.       1-Miscelazione di aromi con analogo solvente, ma proprietà molecolari ed odore differenti

2.       2-Miscelazione di aromi con solventi differenti e gusto e odore uguali o differenti(ininfluente ai fini pratici)

3.       3-Miscelazione di sostanze differenti, nello specifico aroma di sintesi e olio essenziale

Queste sono a mio avviso le tre combinazioni più interessanti al fine di creare boilie molto performanti con prerogative specifiche che ora vi andrò a elencare.

Il primo punto consente di creare le combinazioni cosi dette “all round” ovvero adatte alla maggior parte delle situazioni, che per voler essere più precisi significa : adattabili a condizioni chimico/fisiche dell’acqua differenti.

È il caso delle celeberrime SSL di Nash bait (scopex-squid-liver) famosissime per essere l’esca di punta, in termini di scelta, del carpista itinerante che non sa bene che condizioni troverà sullo spot, come nel caso delle trasferte verso le mete estere oppure verso acque non propriamente vicine a casa.

La geniale intuizione prevede, in questo caso, l’interazione fra una sostanza organica naturale molto stimolante e due aromi con pH agli estremi, uno molto acido e l’altro molto basico.

L’adattabilità di fondo, permette all’esca di produrre attrazione per molte ore dopo l’immersione in acqua, grazie alla trasformazione della materia organica operata dai batteri del fondale, mentre l’uno oppure l’altro degli aromi esercitano una veloce attrazione primaria in funzione dell’acqua incontrata (spingerà di più quello che ha pH più differente dall’acqua in cui è immersa la pallina).

Ma non solo! Analizzando esclusivamente la combo degli aromi di sintesi, si possono apprezzare sfumature differenti molto vantaggiose a 360°, ad esempio: “ Supponiamo che stiamo pescando in acqua tendente al basico, tipo quella di un bel lago morenico italiano o francese”.

In questo caso, l’aroma acido (lo scopex) avrà una forte spinta iniziale perché si discosta maggiormente dello squid(basico) dal pH dell’acqua in cui sono immersi. Per questo motivo, avremo una forte attrazione nelle prime 2-6 ore d’immersione. A quel punto, la forza trainante dello scopex tenderà a esaurire e la pallina a scaricarsi da questo punto di vista, ma l’altro aroma, che comunque esche perché è tecnicamente impossibile che abbia pH uguale all’acqua, inizierà a essere interessante per il pesce e lo rimarrà per tempi molto lunghi, tipo le successive 6-12 ore d’immersione.

Avremo quindi un’azione attrattiva calibrata in prossimità del nostro innesco che protrae costante per buone 12 ore d’immersione. Un timing tatticamente utile a far passare una grossa carpa nella nostra target zone.

E dopo dodici ore?

Inizierà la fase attrattiva dovuta alle componenti organiche che dopo 10-12 ore sul fondale, iniziano ad essere metabolizzate, digerite ed espulse sotto forma di sostanze chimiche primarie, dai batteri aerobici che vivono in quel lago e che quindi producono informazioni chimiche perfettamente codificate e naturali per le grosse carpe che ci vivono.

Questa è la storia, dal punto di vista chimico, di una buona esca calata in un ottimo spot!

Il secondo punto richiama alla pratica stimolata dal famoso carpista Olandese che coniugava aromi in glicole con aromi in olio, pratica che io ho sempre apprezzato fin dalle origine e poi riportato nella linea di aromi Big Fish , che prevedevano quasi sempre la duplice combinazione di olio e glicole.

La combo più famosa in merito è la strawberry-duo, ossia la combinazione di 3/5 di aroma fragola in olio, con 2/5 di aroma sempre fragola in glicole(con la possibilità di fare pure 50% per semplificare).

Lo scopo in questo caso è creare una combinazione di attrazione primaria e secondaria insieme basata su una costanza di segnali attrattivi. In sostanza l’aroma in olio non fuoriesce dall’esca, se non con estrema gradualità (solo con temperature dell’acqua superiori a 18°C) e ne permea di gusto le farine, rendendola particolarmente appetita al pesce in fase di assaggio, mentre quello idrosolubile determinerà dei segnali esterni all’esca che invoglino il pesce ad assaggiarla, questa combo era particolarmente consigliata nelle acque basiche dove si rivelava tremendamente rapida, facendo entrare in pesca miscele lente come i fishmealmix.

In acque più acide consigliavamo di combinare lo spice oil con lo squid, oppure l’Orange oil con il monster crab, ciò non significa che queste combinazioni non andassero bene in un lago tendente al basico, ma semplicemente che erano più lente a entrare in pesca. Questo è un difetto? Sicuramente no in tutti quei contesti in cui è opportuno lasciare in pesca un terminale anche per 20 ore di seguito!

Il terzo caso in questione, la combinazione di aroma e olio essenziale è molto interessante e rispecchia, con maggior intensità, quanto appena detto in precedenza.

L’olio essenziale sicuramente fatica a uscire dalla boilie e ne determina quindi una durata gustativa pari alla “vita” stessa della pallina!

Gli oli essenziali sono trattati nel mio libro, The Bait guru, come ingredienti INDISPENSABILI nelle esche da pastura, perché l’attrazione secondaria gustativa, è molto più importante della primaria.

Nella pesca non si ragiona solo sul BIANCO o sul NERO, sono le sfumature di grigio quelle che spesso fanno la differenza!

Ecco quindi che possiamo giocare fra mille combinazioni di olio essenziale+aroma, non solo scegliendo i gusti che più ci aggradano, oppure il pH dell’aroma più spinto o meno spinto in funzione dell’acqua, ma anche dosando in maniera differente gli ingredienti in funzione del tipo di azione che vogliamo intraprendere.

 

Più si alza l’importanza della pasturazione, maggiore sarà il dosaggio dell’essenziale rispetto all’aroma (NOTA BENE: sempre all’interno del range di minimo o massimo previsti per l’ingrediente), viceversa se è primaria la velocità di entrata in pesca, sarà quest’ultimo ad essere dosato verso i massimi livelli, mentre l’essenza al minimo garantirà comunque un buon livello gustativo.