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La patata...

La pesca a fondo della carpa in Italia, prima del 1980, era basata esclusivamente su tre capisaldi: Patata, polenta e mais!

Poi sono arrivate le boilie a sconvolgere l'equilibrio pregresso e le prime due regine della lista sono sparite, mentre il mais è rimasto l'unico retaggio del passato relegato spesso alla pasturazione di volume, economica e pronto pesca.

In realtà la patata, con il suo prezzo di circa 0,40-1 euro al kg.(prezzo patate gialle comuni al discount in sacco da 5 kg.), rappresenta comunque una soluzione economica alla problematica dei volumi che può essere molto più selettiva ed attrattiva del semplice mais (sia come pastura sia come innesco).

con le patate si possono facilmente realizzare dei cubi da innesco di dimensioni anche generose e buona resistenza sull'hair rig.

La preparazione è semplice come quella per il mais ed il risultato vi sorprenderà per la sua efficacia in pesca e nella preparazione dello spot.

Si tratta inoltre di un esca appetita dalle grosse carpe, anche erbivore, ma poco attrattiva per elementi di disturbo di varia natura.

Il processo prevede di tagliare a cubi le patatate crude (questa operazione abbatte i tempi di cottura rendendo il tutto molto più veloce e conveniente del mais), la dimensione ideale è da 1 a 3 centimetri di lato.

A questo punto ricopriamo i cubi di acqua salata (20-30 grammi di sale per ogni litro d'acqua necessario) e portiamo ad ebollizione, da quando bolle l'acqua calcoliamo 1 minuto per ogni centimetro di spessore del cubetto medio( 1 minuto per cubi da un centimetro, 2 minuti per due centimetri ecc.) e togliamo dal fuoco.

questa veloce cottura trasformerà in parte gli amidi contenuti nel tubero rendendoli più sensibili alla fermentazione, mantenendo una buona consistenza dei cubetti stessi.

Lasciamo quindi raffreddare e fermentare nella stessa acqua rabboccando, eventualmente, in modo che i cubi siano sempre coperti dal liquido.

La fermentazione è un processo suscettibile alle temperature e si sviluppa più velocemente con il caldo (il massimo risultato si ottiene sopra i 30 gradi). Si capisce quando si sviluppa perchè si crea del gas e si vedono le bollicine schiumare in superficie.

In genere dopo 48 ore dalla cottura il prodotto è già utilizzabile, ma possiamo spingerci anche molti più giorni ottenendo un risultato sempre più acido e spinto in termini di gusto.

Per stabilizzare il processo dopo le 72 ore, conviene aggiungere dell'aceto di alcol (il meno costoso) in modo da cambiare il pH dell'acqua e conservare meglio le patate fermentate.

Si aggiunge un litro di aceto ogni 10 di acqua.

Il contenitore va tenuto chiuso e al riparo dalla luce diretta.

I cubi possono essere buttati in acqua come sono o impastati fra loro usando il fioccato di mais o il pane come leganti, per creare delle palle facili da scagliare a distanza.

Per l'innesco consiglio di abbinare un cubo cotto e fermentato ad uno ricavato dalla patata cruda per aumentare la tenuta complessiva.