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La voce del silenzio

LA VOCE DEL SILENZIO

(QUELLO CHE LE CARPE NON DICONO…)

Un viaggio fantastico alla ricerca delle verità assolute, alcune perpetue ed irrinunciabili, altre effimere e traballanti. Un volo libero ai confini tra realtà e fantasia, che passa radente sfiorando l’essenza della passione, per ricalcare i tratti di un’etica troppe  volte astratta …

 

Me ne stavo beato a crogiolarmi sotto un tiepido sole sulla mia recliner, come al solito in attesa di una partenza. Avevo appena posato sul tavolino il nuovo libro sulle esche che stavo leggendo. Sentivo di essere molto stanco, negli ultimi tempi il lavoro aveva preso un certo sopravvento, non tale comunque da distogliermi dalle mie consuete pratiche di pesca. Il mio problema in quel momento erano sicuramente le poche ore di sonno che mi ero potuto concedere la sera prima, preso com’ero dalle chiacchiere dette e ascoltate da sotto il portico  dell’ “Imbarcadero”, storico locale del lungo Sile trevigiano,  in compagnia dei soliti miei amici carpisti.

Avevamo ripetutamente brindato alla prima carpa di mr. ventisette libre, aprendo vari argomenti e toccando svariati punti della nostra passione. Per questo c’eravamo salutati alle 03.00. Erano le 07.00, ed avevo sonno…Beeeeep! La musica assordante del DX di sinistra, tarato nei morbidissimi toni più bassi, mi toglieva improvvisamente dal comodo torpore del quale mi ero avvolto e mi ritrovai con la canna in compressione, stressata da una frizione  troppo chiusa. Un combattimento degno delle cronache migliori terminava con un pesce che silenziosamente finiva dentro la mia grande rete. Per prima cosa mi bagnai le mani facendo attenzione a tenerle immerse per qualche secondo in modo di raffreddarne la superficie, il più possibile, tanto da assottigliare il divario termico tra me e il pesce, che in quel momento poteva misurare una temperatura corporea di circa 10°C, evitandogli delle probabili scottature. Passai la bella preda dal guadino al materasso di slamatura bagnandolo con cura; tolsi l’amo con dovuta precauzione, senza trovare grosse complicazioni perchè era uno di quelli senza ardiglione, richiusi le cerniere laterali, per non rischiare che la carpa fuoriuscisse e velocemente tolsi dalla custodia la Nikon digitale che avvitai al supporto del cavalletto. La bilancia era già pronta, vicino a un secchiello blu pieno d’acqua, a fianco il disinfettante spray contenente una sostanza, anch’essa di colore blu, donatomi assieme a preziosi consigli dal buon caro e vecchio Carlo. Tolsi l’orologio che aveva il cinturino di acciaio. Pericoloso, pensai! Misi al collo un grembiule in pvc e lo strinsi assicurandolo alla vita. Mentre mi accingevo a queste concitate fasi di preparazione delle foto, udii una voce poco distante, un timbro nasale molto particolare, che non mi sembrava di conoscere: "hei tu! Dico a te, pescatore!" Mi girai di 360°, ma i miei occhi non riuscirono a cogliere la fonte di quella voce, poi di nuovo: "sono qui!" Quelle parole coincisero perfettamente con il mio sguardo che in quel momento stava scrutando il materassino con il pesce. Non è possibile, pensai. I bicchieri di ieri sera mi stavano tirando un brutto scherzo! La voce continuava a uscire proprio da lì dentro! Non avevo il coraggio di andare a vedere, la voce continuava: "non temere, vengo in pace e porto un messaggio a tutti voi, popolo di carpisti! Sono stata scelta dal “Gran consiglio delle foci ” che insieme alla “Congrega universale degli aironi”, tiene le comunicazioni con le popolazioni lacustri, riunisce in un parlamento unico denominato U.C.W (United Carp of World)   tutte le carpe del pianeta. Carpe di laghi fiumi e canali. Sei tu Stefano Forcolin, quello che scrive su “Pescare carpfishing”? Domandò. Io, allucinato com’ero, decisi finalmente di avvicinarmi e guardare. Aprii il materasso e quella che vidi era la grossa carpa che avevo appena pescato. "Si, sono io", risposi. "Non mi riconosci?" disse lei, "sono Susanna, la specchi più vecchia di questo posto! Lo sai che ho la tua stessa età, sono del ’65, Mi hai già presa una volta, molti anni fa ti ricordi? Mi riconoscerai subito se mi guardi la pinna dorsale, ne manca un pezzo! Quello che mi resta è ridotto a un moncherino! Sapessi quanto male mi trovo in alcune manovre!" Disse lei. Rimasi di sale…Era proprio lei, e anche dopo tanti anni non avevo potuto scordare quel macabro particolare, unico neo davvero raccapricciante, specie su di un pesce di oltre 20 kg. Poi continuando disse: "Ti abbiamo scelto perché tu possa trasmettere a tutti i carpisti quello che sto per  dirti; -anzi per quel che riguarda il mio “segno particolare” ti dirò che a procurarmelo è stato proprio uno dei tuoi colleghi! Per carità, non per sua diretta volontà! Amava pescare sempre con la treccia, anche quando non serviva. I materiali di quel tipo tagliano, è così che è finita la mia pinna dorsale! E non credere che io sia l’unica a esser stata così brutalmente mutilata!"- Ammonì. "Potrei farti parlare con tantissimi miei amici; chi ha perso parte della pinna caudale, chi ce l’ha tutta seghettata, squame perdute e tagli profondi ! Ce n’è per tutti!". Sapevo che il nailon era molto meno pericoloso in questi frangenti, sapevo anche che in commercio iniziavano a circolare alcuni shock leader in materiale morbido, appositamente studiato per  non ferire le carpe. Io lo sapevo, anzi ne facevo già largo uso, ma a quanti ancora c’era bisogno di dirlo? Pensai triste. Poi la specchi continuando disse: "Ma lo sai che la treccia, specie se usata con canne poco flessibili, è la maggior causa di slamature? Per carità, non che mi dispiaccia liberarmi, prima di finire nel guadino!  Dico questo, perché è anche la causa maggiore di lacerazioni, a volte irreparabili, alle nostre povere bocche! Il Nostro parlamento ha votato unanimemente, decretando che è meglio stare in posa per dieci fotografie che subire una ferita grave, non hai idea di cosa vuol dire non mangiare per intere settimane! Può significare anche la morte!"  Affermò lasciandosi scappare un’espressione di disagio e continuando, incalzò: "La puntura di un amo, meglio se senza ardiglione, non è una cosa poi così dolorosa, le nostre bocche sono abituate anche a cose peggiori in certi fondali…Se a questo imparate a usare sempre l’apposito disinfettante, siamo proprio a cavallo!"-  Rimasi in silenzio,  potevo forse parlare con un pesce?  Riflettendo su quest’ultima affermazione. Anch’io spesso avevo omesso questa pratica… "Invece di stare lì impalato, versami da bere!  Non dimenticare  mai di farlo, e di farlo spesso. Tenerci bagnate quando stiamo fuori dall’acqua, per noi è vitale e poi…veniamo meglio nella foto!" Presi il secchio che avevo preparato e bagnai copiosamente il pesce. Non riuscivo ancora a capacitarmi di quello che mi stava capitando. Avevo immaginato nella mia più fervida fantasia che a forza di stare con gli umani, le carpe da noi, qualcosa avessero imparato. Ero certo che in molte acque avessero già imparato a difendersi dall’insidia umana, ma non immaginavo che un giorno fossero state costrette a  scendere al compromesso, che non aveva il sapore della resa, ma che piuttosto celava un non velato messaggio di pietà…-"Grazie, sei un amico! Non c’è niente di meglio che una sana secchiata d’acqua!" Disse lei, poi continuò: -"ci sono altri particolari che abbiamo deciso di riferirvi, anche in considerazione del fatto che tra di voi ci sono sempre più nuovi adepti e come tu ben sai, gli articoli di etica riguardanti il catch and release e il trattamento di noi prede non sono sempre così presenti. So benissimo che per voi pescatori è più importante essere informati su come fare una buona esca, che sapere per esempio che quando ci prendete in braccio, non potete assolutamente alzarvi in piedi! Non fatelo MAI! Molte amiche mie sono morte con gran parte degli organi interni spappolati a causa di una caduta da un metro e mezzo di altezza. Conosco pochissime colleghe che hanno la fortuna di poterlo raccontare. Immagina tu di cadere dal quarto piano, sai che bello!" Diceva questo mentre una lacrima le solcava il muso e cadeva da un barbiglio direttamente sul materassino per confondersi e sparire con tutta l’acqua già presente. Probabilmente aveva perso qualche amico caro in circostanze analoghe. Poi proseguì: -"Anche quando ci manipolate, dovete fare attenzione a dove mettete le mani! Una sotto il  muso e l’altra vicina alla pinna caudale! Attenti a non schiacciarci mai la pancia! Non metteteci le dita negli occhi!  Fate attenzione a non violare l’interno delle branchie, siamo molto delicate in questi punti!"- Aveva terribilmente ragione! Ogni volta che mi capitava di vedere qualche foto che testimoniava ciò che mi aveva appena raccontato, rabbrividivo inorridito... La bagnai di nuovo…Susanna continuò a parlare: "avverti tutti di non dimenticare di mettere un materassino in barca , quando questa possa servire nel recupero, in alternativa ci potrete portare  a riva dentro al guadino! E ricordati anche di scrivere di stare molto attenti all’acquisto dei sacchi di ritenzione e di rivolgere le loro attenzioni solo agli articoli che non nascondano la qualità. Il materiale deve essere morbido ed equilibratamente traforato, ho visto sacchi di ritenzione fatti con della rete in nailon che assomigliavano più a delle nasse! In quelle “nasse” molte di noi hanno perso pinne e code e, a volte, trovato la morte!"

 

Quanto aveva ragione! E questa volta una lacrima apparve sul mio viso, pensavo a quanto difficile sarebbe stato far buttar via quelle “nasse” per altre di nuove e meno pericolose, e mentre lo pensavo il pesce, continuò: -"devi scrivere che alla nassa andrebbe abbinato un robusto cordino di almeno cinque metri, cosicché sia possibile posizionarci sempre in acque sufficientemente profonde e ossigenate"- Sacrosanto! Pensai, mentre mi tornava alla mente una foto che avevo notato in una rivista che ritraeva due sacche sotto il rod-pod in meno di mezzo metro d’acqua, le loro schiene erano all’aria! Raccapricciante e molto diseducativo! Susanna era divenuta un fiume in piena d’informazioni, un discorso tirava l’altro, continuò dicendo: "le sacche se sono buone e ben posizionate, non sono poi così traumatiche. Bisogna però legarle bene! Ok! La volontà di uccidere una di noi in questo modo agghiacciante, non è di nessuno di voi, siamo sicure di ciò! Ma forse se vi limitaste un pochino nel bere e nel fumare quelle sigarette che fanno ridere, con  un po’ più d’attenzione! O forse basterebbe rilasciarci subito, oppure preparare la sacca in tempi non sospetti, operando con  sicuri moschettoni, anziché con i nodi, provate a far qualcosa, a non dover sempre rischiare!"  Ero senza parole! Potevo solo annuire e condividere, e pensare rabbrividendo alla fine di quelle povere innocenti che vagavano alla cieca, attendendo in silenzio una morte lunga quanto l’agonia che portava con sé. Fui distolto dai tristi pensieri dalla voce di Susanna: "avverti tutti di fare molta attenzione alle sovra pasturazioni, sono deleterie più di quanto non si possa pensare. Rendono irrespirabile l’acqua d’interi settori, anche per lunghissimi periodi. Dì che è meglio pasturare poco, soprattutto con acqua sotto i 10°C, sarà più facile catturarci, oltre che più salutare ed ecologico verso il nostro ambiente". Senza pause continuò: - "accenna alla qualità delle esche e implora i tuoi colleghi di ricercare sempre la digeribilità, fa in modo che non tornino più in acqua quelle palline di cemento colorato sature di odori assolutamente chimici, ti prego! Siamo state tutte quante molto male e per un lungo periodo quando vedevo una boilie, ero presa da conati di vomito!" – Arrossii: anch’io le avevo usate, costavano così poco! Fui costretto ad abbandonarle quasi subito, non riuscivo più a catturare! Forse si accorse del mio imbarazzo, e per rincuorarmi disse: "non ti preoccupare Stefano, in questo hai recuperato con gli interessi!"  E continuò: "Avrei invece qualcosa da obiettare sulle foto di gruppo delle carpe, o meglio, tante carpe e un solo pescatore, se potete  evitatele! Sono un attentato per la nostra salute oltre che oltraggio alla vostra etica. Altro messaggio importante che ti porto da parte dell’  U.C.W. riguarda lo spostamento di molte di noi da un’acqua all’altra: E’ ETICAMENTE, ASSOLUTAMENTE VIETATO! Non tollerate questi comportamenti da parte di nessuno e allontanate chi non rispetta queste regole, sono persone prive di scrupoli, mosse probabilmente da meri interessi economici che quindi vanno emarginate, la vostra passione per crescere in salute ha bisogno di appassionati puri e veri! Noi stiamo bene dove siamo nate, non c’è alcun sensato bisogno di spostarci a destra e a manca, ergetevi tutti quanti a controllori, sarà il modo migliore per essere ripagati in futuro dalla vostra sana passione!"

Bagnai il pesce che dopo quest’uscita sembrava particolarmente accalorato, ma visibilmente soddisfatto continuò: -"vi supplichiamo! Abbiate la stessa cura per tutte le carpe prese, non siate discriminanti verso chi di noi deve ancora crescere, il nostro futuro è nel cuore dei giovani!  E ora veniamo a te! Per questo incarico che ti è stato conferito avrai in premio la possibilità di rivolgermi una domanda, una soltanto! Dimmi pure!"

Pensai a cosa potevo chiederle, mille punti interrogativi  intasarono istantaneamente il mio cervello, alla fine dopo una lunga pausa, uscì un timido "nessuna domanda!"- Pensai che quello che volevo sapere da loro lo dovevo scoprire da me!  Ma dopo averlo detto, non ne ero già più così sicuro.  Mi pregò di richiudere bene il tappeto di ricezione e di portarla sino in un punto dove la sponda degradava senza nessuna pendenza improvvisa, mi chiese di tenerla per la coda in equilibrio, spingendola avanti e indietro. Nell’acqua limpida vedevo il movimento della sua bocca, danzare al ritmo delle sue branchie, dalle quali uscirono quattro grosse bolle d’aria, che vidi infrangersi per scoppiare contro la superficie, disegnando   cerchi concentrici dai quali potevo udire l’uscita di un fischio acuto….Beeeep! Aprii di scatto gli occhi, ero sulla sedia e potevo vedere una delle  grosse bobine girare all’impazzata,  al contrario. Con la canna flessa, sotto il peso in fuga e il cuore che inseguiva fuori giri, un pensiero, come un tarlo, iniziava a rodermi velocemente: mi era venuta in mente la mia DOMANDA!