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Il cacciatore di carpe...prima parte

IL CACCIATORE

di Stefano Forcolin

 

C’è forse un filo conduttore che lega tutti i pescatori di grosse carpe? Questi singolari angler  hanno forse  un  comune denominatore che li fa assomigliare  tutti? Sono solo fortunati o forse sono davvero superiori alla media? Qual’ è l’identikit dello specimen hunter?  Esiste davvero un segreto per catturare le grosse carpe?Quanto conta la tecnica nella loro cattura? Ho intervistato i migliori specialisti della categoria, ecco cosa è emerso…

 

Tante domande alle quali cercheremo di dar risposta, ad iniziare da questo articolo, primo della serie di una mini collana di due riguardanti lo specimen hunter, ossia quella tipologia di pescatore che per vocazione o scelta, derivata da motivazioni del tutto dipese dal profilo caratteriale di ognuno, e sulle quali è ininfluente scendere a studio, ha deciso di rivolgere le proprie attenzioni alla cattura di carpe “over”. Un termine questo che userò spesso e volentieri nel corso di questo lavoro e che sta ad indicare tutto …Ma anche nulla!

Infatti sarà sempre un over…Qualche cosa! Non indicherò mai i pesi delle prede,  perché la mia educazione e la mia etica m’impongono questa linea. Io non voglio giocare al massacro del grande macello dalle grandi bilance! L’imposizione del peso a tutti i costi è una forzatura inventata da chi vi vorrebbe vendere pure la mamma… Purtroppo questa tendenza ha messo in moto un volano nefasto e malefico ingranaggio nel quale stanno cadendo le persone più deboli in caccia di un soffio di notorietà, per colmare vuoti di una vita passata nel nulla. E per me il carpfishing è lo specchio della vita! Noi cacciatori moderni di carpe sappiamo bene quando quel pesce ha un valore, quel valore che portiamo dentro. Punto! Molti  pesci hanno una loro storia, molte catture sono importanti e foriere d’insegnamenti, ogni carpa racconta di sé ma soprattutto racconta  di noi, di come siamo cresciuti. In tutta franchezza, ad onor del vero, potrebbe esser fuorviante parlare di catture over riferendosi indistintamente a qualsiasi tipo di acqua. É doveroso un preciso distinguo che debba tener conto delle più svariate  tipologie di acque, dal fiume al canale, passando per le cave (di grandi dimensioni), per finire nei laghi siano essi naturali o creati dall’uomo. Come potete notare nell’elenco latitano le cave ed i laghetti di piccole e medie dimensioni, liberi o a pagamento. Non sia comunque questo motivo di  polemica scontata in quanto personalmente non ho mai denigrato i laghi a pago, anzi, quando ho l’opportunità mi reco volentieri a pesca in questi luoghi che meritano la mia preferenza e stima, conquistata da gestori che si prodigano in maniera intelligente nel rispetto delle regole e dell’etica. Quello che va fatto presente e che non và è “solo” l’accanimento sistematico da parte di alcuni , che in questo tipo di acque è più facile da rilevare. Noto comunque che stiamo andando nella direzione giusta e molti gestori questo lo hanno già capito. É facile capire che l’analisi di questo aspetto deve esser rivolta ad ambienti aperti e ad ampio respiro, che permettano una completa scala di situazioni e che diano al pesce la possibilità di dare sfogo a tutte le evoluzioni che madre natura ha permesso di mettere in scena. In questi spazi aperti e selvaggi potremo comprendere di come possa vivere una carpa, nello specifico, una grossa carpa. Di come possa muoversi, di che cosa si nutre, capirne le abitudini. La sua cattura dapprima fortunosa, dovrà essere oltre che motivo di gioia, oggetto di profondo studio e riflessione, come lo dovranno essere tutte quelle battute di pesca risultate infruttuose. Il primo vero ingrediente per la cattura speciale è una buona memoria. Il secondo è una mente elastica ed analitica, vogliosa di congetturare tutti i dati in nostro  possesso che possano tracciare un piano d’azione su di una mappa precisa. Quello che ho appena detto però non può che passare per un periodo di tempo relativamente lungo. Solo la pazienza fa di un pescatore un ottimo pescatore. Con questo lungi da me l’idea di comporre questo scritto per  attirare l’attenzione di giovani carpisti in erba ed inculcare nelle loro menti il miraggio della grossa over. Infatti trovo molto triste e svilente scoprire giovani bruciare di fatto la loro passione per questa pesca, assordati ed accecati dal frastuono abbagliante di un certo tipo di carpfishing gridato in piazza, invece che raccontato attorno ad un bivacco. Quello che scopriremo sarà uno svelare lecito e naturale. Sarà come scoprire un tesoro che però i nostri occhi non hanno mai saputo vedere… Sarà Come cogliere un frutto  dolce e nutriente dopo una paziente maturazione e non sarà certo la solita ricetta magica, o qualcosa del genere. Sarei ipocrita a negare la mia attrazione per il mondo delle over, nessuno può negare di come una carpa grossa abbia un’ influenza coinvolgente su tutti noi. Dobbiamo però comprendere quanto il tempo abbia fatto maturare questa “deformazione” in alcuni di noi. Personalmente mi considero oramai una vecchia guardia nel nostro mondo e sono convinto di poter considerarmi tale solo per il fatto che la febbre per le grosse carpe mi ha contagiato se non negli ultimi anni. Il segreto della longevità è nascosto nel prendere a piccoli sorsi la nostra passione. La fiamma che tiene acceso il nostro amore è misurata nella maniera in cui trattiamo e curiamo le nostre prede più piccole, nella voglia che mettiamo nel posare con carpe di medie dimensioni, nel gioire di tutte le nostre catture e se questo fuoco in voi è acceso, siete delle persone molto fortunate, girate pagina, non vi è bisogno che continuiate a leggere.

 

Specimen hunter

Nella mia volontà vorrei ricordare le motivazioni che mi hanno spinto a grattare per vedere cosa c’è sotto la scorza. In questo ventennio che scadrà tra non molto ho avuto la fortuna di poter conoscere da vicino il fior fiore dei pescatori di carpe che con le loro epiche imprese e le loro catture sono divenuti famosi in tutto il continente. Mi sono anche reso conto che quelli più bravi continuano a catturare grosse over con una certa frequenza e continuità. Una prima sostanziale differenza va osservata nel fatto che per alcuni di loro questi risultati siano direttamente collegati alla loro attività e quindi alla presenza lungo gli specchi d’acqua. Questo primo dato di fatto, inconfutabile, ha messo in circolo una credenza  fuorviante e poco intelligente, oltre che poco costruttiva e per niente futuristica e se vogliamo anche un po’ maligna e viziata dall’invidia di chi questo lusso non se lo può permettere. Questa leggenda vuole che per catturare carpe di mole con continuità, si debba cambiare residenza inchiodando il numero civico al paletto di una tenda. Non si potranno avere famiglia ed affetti e chi li possiede li perderà! Dovremo vivere isolati per lunghi mesi, senza lavarci. Perderemo il contatto con la realtà, perderemo anche il posto di lavoro, diventeremo asociali con la barba lunga e quando qualcuno tenterà di avvicinarci non resisterà per molto per colpa del nostro odore! Pensate che stia scherzando? Che tutto ciò sia l’esasperazione del concetto? Tutto questo può accadere veramente…(o è già accaduto?). É chiaro che se piazzo per un anno uno spaventapasseri in riva ad un lago che contenga grosse carpe questo, prima o poi, catturerà delle carpe di mole…Mi sembra chiaro e comunque vorrei ribadire di come questo stereotipo di carpista sia da denigrare e compatire e non certo incensare come in certi casi si è fatto. Il vero specimen hunter è un pescatore con una vita impegnata fatta di lavoro, famiglia e svariati altri interessi. Una persona equilibrata che sa dare il giusto peso ed impegno alle cose che lo interessano, poi cattura con frequenza anche grosse carpe. Questo è il vero modello di cacciatore di grosse carpe, questo è il profilo che andremo a esaltare ed è sulla base di queste caratteristiche che ho scelto gli “specimen”(in verità una decina) ai quali mandare il questionario. Ho formulato dieci domande che possano ricoprire un’intera panoramica che possa dare un quadro completo di come questi angler affrontino le loro sessioni con in testa l’obiettivo della cattura sopra la media. É accaduto un fatto che potrebbe sembrare  insolito, ma che invece tende a confermare di quanto e come la tecnica, lo studio e l’esperienza, contino più di tutto e di come questi percorsi si intreccino e si assomiglino. L’improvvisazione e la fortuna sono altre cose che poco c’azzeccano con questi fatti. Dopo aver letto tutte le risposte date dai miei intervistati ho capito che vi è un filo conduttore, una trama comune che porta alla selezione e a questi risultati.

 

Identikit

Fatte le debite considerazioni iniziamo a tracciare il profilo di questi pescatori pensando a quelli che potevano annoverare nel loro palmares un cospicuo numero di catture importanti, usciva automaticamente un altro dato che era quello dell’età che mediamente si aggira fra i 30 e i 50 anni. Tutti gli specimen hunter contattati, hanno un periodo di attività riguardante il carpfishing di oltre 13 anni. Questi sono i primi dati  che ci fanno comprendere di come una certa maturità (come uomini) ed indipendenza (anche economica) siano le prime basi per lanciare un ponte di collegamento verso le grosse catture. Tutti sono disposti a viaggiare  anche all’estero per raggiungere siti, possibilmente poco contaminati e tranquilli. Tutti loro amano i grandi laghi naturali ed i fiumi di grossa portata. Nessuno si è recato nei rinomati laghi record d’oltralpe per tentare d’infrangere per l’ennesima volta il solito record del mondo con la solita (povera) carpa gonfiabile e probabilmente pure volante. L’esperienza conta più di tutto soprattutto perché nessuno di questi uomini ama le lunghe battute, nessuno di loro (per concetto di priorità) se le potrebbe permettere con frequenza. Tutti loro hanno lavoro, famiglia e centinaia di altri impegni e dedicano mediamente  al carpfishing una cinquantina di giornate all’anno (che non sono poche!). Non potrebbero mai fermarsi per troppo tempo ad aspettare che una over abbocchi alle loro esche. Questi pescatori fanno della loro esperienza l’arma vincente per capire come e dove agire perché queste loro gesta si tramutino nei risultati ai quali in questi anni ci hanno abituati. Sapere come si muovono questi cacciatori è fondamentale anche e soprattutto per chi questa esperienza ancora non ce l’ha. É un grande regalo quello che loro, rispondendo alle mie domande , ci hanno fatto ed a loro va il mio più cordiale ringraziamento. A voi un indizio per farvi trovare puntuali al prossimo appuntamento … 10 mosse x le grosse!