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L'inganno è illusione...prima parte

L’INGANNO E’ UN’ILLUSIONE

di Stefano Forcolin

 

 

Ingannare un animale, un pesce, una sospettosissima carpa è una missione più da illusionisti che da carpisti.

Illuderla con dieci boilies di pastura è molto più fine ed intelligente che ingannarla con cinquanta chilogrammi di palline…

La realtà   è nascosta sul filo che separa l’aria dall’acqua. Troppo sottile per esser visto da occhi distratti ed  affannati…

 

Inganno.

A volte riusciamo ad ingannare, a volte siamo ingannati.

L’illusione è sempre  responsabile. Vi è comunque, bilateralmente, un forte impegno per ingannare e per non esserlo. Creare un’illusione e non cadere in essa.

Ho voglia di un caffè: annuso da sopra la tazza il buonissimo fumante effluvio che mi invita ad  avvicinare le labbra al bordo della tazza, e bevo! Un fortissimo gusto salato dilaga attraverso le mie papille e mi fa reagire…Sputo! Ingannato!

Illuso e poi ingannato.

É stato facile. Qualcuno ha messo del sale al posto dello zucchero.

E noi? Come possiamo fare per poter illudere e poi ingannare così facilmente una carpa se questa è in grado di capire la bontà dell’esca proposta già solo con un primo avvicinamento, senza per forza doverla mettere in bocca, ma solo aspirandone l’acqua dei dintorni e tastandola con barbigli e labbra?

Difficile “fregare” un pesce! Difficile se non riusciamo a capire il sottile confine che separa l’aria dall’acqua…É difficile perché non siamo abituati a vivere come un pesce, a mangiare come una carpa! Ma provando ad avvicinarsi a questo mondo dovremo comunque aver compreso quanto deve esser curato il nostro innesco, sia sotto il profilo squisitamente odoroso, per il primo tratto che riguarda la parte attrattiva, quando la carpa “sente” l’esca senza averla ancora assaggiata e capisce che potrebbe anche provare a farlo…e lo fa! (Inganno attrattivo) ma anche (e soprattutto) a livello gustativo, quando ad entrare in gioco vi è l’aspetto del condizionamento a breve termine, ossia una piccola pasturazione attrattiva nelle immediate vicinanze del tranello, che costituisce un piccolo goloso pranzetto che le farà perdere ogni sua naturale inibizione fino al punto di non accorgersi neppure che una pallina è più pesante delle altre ed è vincolata ad un filo. Ma lei non saprà resistere e la prenderà comunque…

La carpa in tavola

Per poter comprendere questi iniziali e basilari concetti, dobbiamo avere chiaro in testa di come  una carpa possa assaggiare l’esca. Nella carpa i sensi di olfatto e gusto sono tutt’uno in quanto i recettori posti sui barbigli, all’interno delle narici, sulle labbra ed attorno ad esse, hanno il compito unico di assaggiare l’esca sia sotto il profilo del “profumo” ma anche e soprattutto sotto il lato del gusto, senza per forza doverla mettere in bocca. Questi input faranno arrivare al cervello un unico tipo di segnale che però tiene conto dei due aspetti. Per comprendere questo possiamo dire che invece nell’uomo i due segnali (profumo e gusto) sono due fonti distinte che entrano in due diversi “laboratori”: uno è la bocca (lingua) ed uno è il naso. I segnali verranno elaborati e spediti in un unico “pacco” al cervello.

Ora Provate a tappare il vostro naso; non riuscirete a capire la differenza tra cioccolata e crema pasticcera, oppure tra un arancio ed un limone! Saranno solamente entrambe dolci, oppure aspre!  Il gusto dell’esca è quindi fondamentale. Quando pasturiamo con piccole quantità attorno all’innesco stiamo dando al pesce la possibilità dell’assaggio per far comprendere in maniera inconfutabile la bontà del nostro banchetto. In questo modo un’esca ben curata avrà molte possibilità di essere assaggiata ed ingerita e lascerà nella carpa la voglia di ricercarne un’altra, fino al momento in cui si imbatterà nell’inganno! Nel progetto  che seguirà, troveremo tutto quanto può servire per mettere in atto i due sottili meccanismi: attrattività e condizionamento. La sola attrattività data dagli aromi e dagli additivi liquidi potrebbe, alle volte, anche bastare; ma spesso può non esser sufficiente a raggiunger lo scopo. Il condizionamento che chiameremo subdolo, perché comunque basato sul concetto di esca artificiale ed illusoria in quanto il mix di base da solo poco o nulla potrebbe, dando l’illusione e fingendo che possa essere qualcosa di più di quello che non sia nella realtà.

Dolcificanti, vari tipi di  olio ma anche la stessa composizione delle componenti “secche” del mix e suoi additivi a loro volta in polvere, possono  apportare modifiche sostanziali a questo secondo importante fattore che agisce direttamente sul gusto che in definitiva completa la boilie,  convincendo la carpa, dopo aver “sgranocchiato” una prima pallina, e di aver provato una assoluta sensazione di piacere gustativo, di scovare la prossima, e così via…  Nel passato appuntamento abbiamo percorso la prima tappa del nostro ipotetico viaggio. Quello che abbiamo iniziato è, e diventerà per qualcuno, il nostro nuovo gioco di bambini grandi che non hanno mai smesso (e mai smetteranno) di sognare. Anche se volenti o nolenti ricalcheremo spesso tratti tecnici che tolgono molta di quella magia e gettano acqua sul nostro ardore. Non dimentichiamoci mai che  siamo dei bambini, cerchiamo felicità, vogliamo giocare e divertirci. La poesia in questo mondo muove cose altrimenti inamovibili. Non sarebbe così per molti di noi; saremo scappati da qualsiasi altra parte, in cerca di un posto dove la fantasia abbia ancora un senso. Questo scritto è per tutti quei bambini…

A proposito di 50|50

Avevamo preannunciato che uno degli aspetti salienti circa la sua aromatizzazione sarebbe stato oggetto di approfondimento. Abbiamo rimarcato il fatto che mai come in questo tipo di miscela, una parte aromatica, sapientemente congegnata sia quantomeno fondamentale per il suo buon funzionamento. “Vestire” bene questo mix è un nostro dovere di carpisti che hanno anche  un  profilo  con ascendente  di cacciatori di carpe. Cosa intendo dire con questo: che la nostra missione sarà incentrata sulla ricerca dei settori più promettenti e sullo studio di un’esca che dia il tempo sufficiente al pesce per illudersi e cadere. Se permettete, io penso che sia molto diverso catturare una carpa con 30 palline attorno all’innesco, che catturarla dopo averla amorevolmente nutrita per settimane, con mix che hanno la pretesa di prendere il posto al loro nutrimento naturale. Come per magia i nostri sforzi in tal senso ci faranno varcare quella porta invisibile che ci separa da quel mondo sommerso  che spesso ci risulta di così difficile comprensione. Abbiamo detto che il 50|50 è un carrier mix, ossia un mix di trasporto, dove, tra le prerogative fondamentali, vi sia il corretto scambio con l’ acqua, una sufficiente resistenza meccanica all’immersione ed un buon gusto di base. Proprio (e non a caso) questo mix è il più adatto a recepire le più svariate aromatizzazioni, senza contrastarle, anzi pronto ad esaltare  anche le più tenui sfumature aromatiche. Abbiamo affermato che un mix di base è la prima pietra e probabilmente anche la più appropriata, sulla quale basare il nostro inganno. Un richiamo subdolo, basato sull’illusione. Scusate se sono pesante, ma è fondamentale capire questo! Un’esca che nei contenuti può essere molto più vicina ad un profilo artificiale proprio perché mima un reale alimento che nella realtà neppure maschera coerentemente, perché spesso vestita di richiami ed attrazioni assolutamente chimici. É appurato che ad un 50|50 mix vada affiancata una appropriata pozione liquida. Ma quali sono i criteri attraverso i quali orientarci in questa selva spesso oscura ed intricata, costellata da una miriade di boccette scintillanti e migliaia di flaconi, tutti miracolosi e forieri di catture? Una pozione liquida per essere efficace deve avere un certo equilibrio aromatico-gustativo tra le varie componenti. Un freno attento deve esser posto ai sovradosaggi, (soprattutto quando parliamo di aromi) e deve possedere tutte quelle componenti che messe assieme diano un effettivo segnale che quell’esca sia cibo, sostanza, pappa buona, pronta subito!

Cosa mettere in una boilie?

 

Il mio amico e consulente di esca, Sergio Tomasella, mi ha fatto ricordare che alla nostra visita presso la Londinese Richworth, emerse un fatto sbalorditivo che consisteva nel dato che gli amici Inglesi ci avevano fornito, ossia che  una ready made tipo la Tutti Frutti, basata sul loro 50/50 Gold contiene 13 ingredienti! Il fatto fa pensare, che anche una boilie apparentemente semplice come una tutti frutti , per essere ingannevole, subdola ed illusoria deve avere ingredienti ben combinati al suo interno ed è tutto, fuor che una boilie semplice! Nel prosieguo dei nostri impegni vi è il comprendere quali, quanti, il come e perché combinare gli ingredienti migliori. Non vi sembra un motivo valido per continuare la corsa? Perché l’inganno è sottile, molto più sottile della nostra illusione di aver già compreso tutto!