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Mal d'Africa un anno dopo...terza e ultima parte

MAL D’AFRICA, UN ANNO DOPO…

di Stefano Forcolin

 

La spedizione Sudafricana è stata una delle mie più importanti esperienze collegate alla mia passione; soprattutto dal lato umano…

 

Una sera Fabio mi chiese se fosse una buona idea inserire nelle “story” del nostro sito anche quella riguardante il nostro viaggio di pesca in Sudafrica, con African Gold. Questa titubanza derivava dalla consapevolezza di aver spremuto  quell’avventura sino all’ultima goccia. In effetti dall’esperienza è stato composto uno slide-show di 414 fotografie proposto in anteprima a Carpitaly e poi portato in giro alle serate nei vari club, sono stati stesi due articoli apparsi su Pescare-carpfishing, inoltre è stato estratto un video uscito e messo in vendita in concomitanza con la fiera di Gonzaga. Pensai che forse sarebbe stato meglio lasciar perdere e magari scrivere di qualcos’altro. Me ne andai a casa con la testa che però già ronzava, ogni volta che penso a quella sessione, mi prende una certa nostalgia…Il video era rimasto tutto questo tempo nel cassetto, aspettavo l’occasione giusta per aprire di nuovo la porta a quella sensazione e quella sera sembrava proprio quella giusta…Il video:  10 ore di girato tutte da visionare e catalogare, 13 sere in sala montaggio fino all’una, le due, oltre cento ore di lavoro, piacevole ma estenuante! Le ore contate con le pratiche SIAE e  Fabio  che concludeva la composizione della colonna sonora nell’ultima notte utile, tutto  filato liscio…Mi rendo conto che quello che è stato detto, visto e scritto è solo una minima parte, come al solito molti ricordi cadono nel dimenticatoio se non si ha l’occasione per ricordare...

…Quella sera faceva un buio pesto che non mi vedevo le scarpe, da solo tornavo a piedi dall’ “isola” sulla quale bivaccavano “Pape” e “Tiz”, devo ammettere che lungo il sentiero le suggestioni dalle quali inevitabilmente mi facevo prendere, alimentavano una certa tachicardia e la voglia di sedermi davanti al fuoco con gli altri. Varcai il cancello passando sotto alla sbarra e con la coda dell’occhio a non più di 3 mt vidi una fiammata, tipica di un colpo di pistola, seguita da un botto assordante. AaaaAAaahha!!!!!! Cacciai un urlo che sapeva di terrore! Perdio! Pensai, sono stato colpito! Mi ricordo che, controllandomi con le mani il petto pensavo che forse dovevo morire! Ragazzi che cosa mi avevate messo nella birra! Era l’allarme teso dalla guida; un colpo a salve con tanto di martelletto collegato a cordicella tesa a mezz’aria…

…Che spavento! Sono entrato in tenda con l’intento di prendere dei panni puliti per andarmi a lavare, apro la borsa e metto dentro la mano mentre sento che qualcosa, veloce, tenta di scappare ed esce dalla borsa… AaaaaaAAHhhhhHHaaA!!!! Un topo! Un topolino. “Fabio, passami una ciabatta e chiudi la tenda, per favore!”…

…Da fuori la tenda proveniva una voce sottile: “coffee, sir!” Tutte le mattine un buon caffè caldo ci veniva servito in tenda, una vera libidine per noi pigri! Ricordo di non aver neppure sfiorato un tirante della tenda o un piedino di una branda, pensavano a tutto loro, per noi solo pesca! L’organizzazione ha capito che per avere dei clienti felici, questi vanno coccolati!...

Come le carpe! Ad attendere ogni cattura vi erano 3, 4 vasi  già pieni d’acqua con 3 materassini a formare una ampia zona di comfort. Le bilance erano appese agli alberi o pronte sull’apposito treppiede e quando venivano caricate del pesce la loro lettura era attenta, meticolosa, quasi asfissiante… Il mio big fish pesava 44 lb e 6 oz; le once! Da noi valgono qualcosa? Ho imparato molte cose da quell’ Inglese!...

Quel big fish che impropriamente ho chiamato “mio”! Era toccata a me la ferrata!…Con Fabio ci eravamo divisi le partenze: una a testa! Anche se istintivamente al primo bip schizzavamo sulle “nostre” canne entrambe , poi, come sempre, uno dei due chiamava: “miaaa!” Come nel calcio! Gioco di squadra…

Ci siamo resi conto di esserlo davvero quando, con Fabio, felici dei risultati fino a quel punto conseguiti e resici conto che il settore a noi assegnato era quello con maggiore attività, decidemmo di passare la mano ai nostri compagni. Sinceramente una simile situazione non mi è mai capitata e  devo confessare che ho provato una delle più belle sensazioni. Con loro sarei pronto a rifarlo: la gratitudine di Alessandro e Tiziano ha valso quanto tutto l’oro presente nelle miniere di Johannesburg!

Ho capito che eravamo davvero molto distanti dal nostro mondo, l’ho capito quando Gary la guida è salito in canoa munito di cartucciera e fucile è arrivato a centro lago, si è alzato in piedi e ha fatto fuoco una prima volta in acqua, la seconda ad altezza…Uomo! C’erano due intrusi che si erano intromessi nella proprietà. “Non ho idea di cosa stessero facendo, ma sapevano che non dovevano stare li!” Disse tranquillo Gary al ritorno.

L’ho capito quando il boss del ristorante di Kyalami ,il Blue berry, che ogni tanto ci ospitava, una sera, un po’ (molto) alticcio mise un piede sulla tavola: nel calzino alloggiava un costosissimo modello di Glock in ceramica, un’arma nata per non essere segnalata dal metal detector…Mentre donava a Tiziano un proiettile di quella pistola…Tutto  normale…. A parte lo sguardo di Tiziano!…

Quando abbiamo fatto 170 km in furgone per trovare l’occorrente per fare una spaghettata alla bolognese. Quando ho visto Jackson, l’aiuto guida che mangiava con le mani gli spaghetti. Quando loro centellinavano l’acqua per lavare i piatti e noi col rubinetto aperto per farci la barba…

Ho capito che qui, per loro, la vita è dura! Eppure ci hanno detto di star bene, di essere fortunati ad avere quel posto da 4 Euro al giorno! Gli altri “fuori” se la passano molto peggio, spesso saltano il pasto. Ho dato 5 Euro ad una mamma che allattava il proprio bimbo, in cambio del suo consenso a farsi fotografare, quando se ne andò non smetteva più di salutarmi. Il sorriso di Sam e Jackson nel ricevere ciabatte, magliette, asciugamani,cuscini ecc. ecc. che a quel punto avevamo deciso di non riportare in Italia…….

 

In molti mi avete chiesto se ritornerò laggiù…Bhè! Probabilmente devo ancora tornare a casa per  davvero!

 

 

…Volevo ringraziare, davvero sentitamente, i miei compagni di viaggio: (in ordine alfabetico) Fabio Boscolo, Alessandro Giustini e Tiziano Papais per quelle meravigliose giornate rese tali dalla loro presenza…


Video esclusivo dell'avventura africana reso disponibile da Boscolo sport. Un ringraziamento doveroso a Fabio Boscolo per questa condivisione.