· 

Run baby run...

RUN, BABY RUN…

di Stefano Forcolin

 

La vasta piattaforma del pianeta terminali, fondamentalmente si divide in due famiglie. Quella grande, diffusa e molto conosciuta delle bloccate e l’altra,  più ristretta, meno popolare e poco usata delle scorrevoli. Vediamo di conoscere qualcosa in più su queste ultime.

 

Montature. Scorrevoli, bloccate. Perché? Acque difficili, carpe sempre più furbe. Vero? Forse…

Ho visto che spesso i problemi nascono, vivono e muoiono solo nella mente del carpista, il quale teme molto dover accettare le sconfitte come lezioni naturali ed inevitabili della vita. Per questo, a volte, crea grandi allegorie, spesso inutili, con l’intento rivolto alla risoluzione di questi momenti d’empasse, ma con il risultato unico che è quello di complicarsi ulteriormente la vita.

La conoscenza e la padronanza nell’uso e la fattura dei terminali ci ha portato in questi anni a risultati incredibili, che ci hanno fatto comprendere quanto lo sviluppo della tecnica sia alla base dei nostri successi. Siamo giunti in massa a comprendere e condividere alcuni concetti e parametri al punto tale che oggi giorno si fatica a trovare un carpista che peschi o si approcci in modo alternativo dal resto della massa. Questo accade  perché i concetti attuati dalla maggioranza dei carpisti, sono indubbiamente  molto validi, ma a volte queste scelte a senso unico, sono dettate pure da una  scarsa conoscenza e mancanza di informazione verso altri metodi.

 

Montature bloccate

 

Inizialmente i concetti di montaggio auto-ferrante, rotazione dell’amo, piombo bloccato, non erano così radicati. Venivamo da una scuola di pensiero che vedeva la carpa come un pesce sospettosissimo e sensibile, da pescare con montaggi leggeri e scorrevoli, atti a non far sentire nessun peso o resistenza al pesce in fase d’abboccata! Ricordo bene che i miei piombi più pesanti non superavano i 50 grammi e le montature erano scorrevoli o, al limite, semi bloccate. I risultati del periodo non erano neppure avvicinabili a quelli di oggi. Oggi pesco curando in maniera esasperata i concetti di rotazione, anti espulsione, auto aggancio, piombi da 100grammi in su, totalmente bloccati. Ma questo non può e non deve essere e rappresentare, l’unico sistema efficiente per catturare le carpe.

 

Scorrevoli anni ‘90

 

Come già anticipato ed evinto dalle righe lette, le montature scorrevoli non hanno mai goduto di una grande fama di catturatrici di carpe. Tale affermazione è facile da comprendere se pensiamo che questi sistemi facevano parte del primo bagaglio che i nostri maestri inglesi ci hanno inizialmente tramandato. I montaggi scorrevoli erano giunti in un primo momento storico nel quale, in Italia, non eravamo ancora arrivati agli sviluppi che riguardavano la rotazione dell’amo, ed il potere auto-ferrante di un montaggio, concetti arrivati di lì a poco, ma in un secondo momento. Va da sé che un terminale scorrevole, nel quale l’amo non abbia nessuna capacità di girare in posizione favorevole, per giunta poco piombato, abbia pochissime possibilità di agganciare un pesce. In quel tempo, abbiamo assistito ad uno scivolone verso il basso nell’uso dei montaggi “liberi” a favore di quelli con sistema “fisso” che coadiuvavano i concetti innovativi appena nati (rotazione, aggancio) e ne fluidificavano appieno  l’azione. Il consolidamento, nonché l’affinarsi dei concetti di montatura bloccata, hanno in breve tempo soppiantato e quasi sostituito le montature classiche scorrevoli.

 

Il momento di pensare

 

Ma questo parziale accantonamento delle tecniche con montaggio “libero” è del tutto giustificato, oppure possiamo giungere, con una riflessione, a comprendere che l’altalenarsi troppo frettoloso dei vari sistemi e l’arrivo di gruppo di nuovi concetti, ci abbia fatto sfuggire qualcosa? Con l’esperienza accumulata in questi anni posso affermare che una montatura scorrevole non è meno catturante di una fissa. Molte volte mi hanno dato del matto, a sostenere questo, ma le mie esperienze mi confortano al punto tale da difendere a spada tratta queste radicate convinzioni. Parto dal concetto che una montatura scorrevole non funziona se non è dotata di un rig costruito facendo fede ai concetti, più volte citati, di anti espulsione, auto aggancio, nonché rotazione dell’amo. Molti carpisti sono convinti che sia il piombo a determinare la rotazione dell’amo. Questa credenza mi risulta non fotografare correttamente la situazione e pertanto può risultare  fuorviante e come tale  da sfatare. Il piombo nei nostri montaggi,ha tra gli altri, (potere di lancio e stabilità) come scopo primario ed importante, la responsabilità di allamare il pesce in maniera salda per poter garantire il proseguimento della lotta. É poco corretto chiedere al piombo  un ruolo di detonatore del potere di rotazione del nostro rig. Il nostro terminale gira lo stesso e gira prima del contraccolpo del piombo. L’amo ruota (sempre che sia stato montato seguendo precise norme) anche solo per la resistenza che incontra con la lenza madre (in montaggi scorrevoli), oppure anche solo con l’uso di terminali ricoperti e opportunamente spellati, tendenzialmente rigidi, ma anche solo per mezzo di piccole aggiunte di tungsteno in pasta a 4/5 cm dall’amo. Quello che cerco di dire è che per la rotazione dell’amo è richiesta pochissima resistenza, e questa viene fornita naturalmente senza che nella costruzione dell’intero  finale vengano apportate sostanziali modifiche in tal senso. Compreso questo, siamo ancora convinti che solo i piombi fissi possano farci catturare del pesce? Siamo ancora così sicuri che le piombature libere non meritino più spazio di quello che, ad oggi, tutti noi abbiamo dedicato loro? A questo punto, qualcuno potrebbe giustamente obiettare sulla mancanza , di fatto, del piombo nelle montature scorrevoli. Di conseguenza queste risulterebbero insufficienti a compiere un aggancio primario, nelle prime fasi d’abbocco. Anche queste credenze all’apparenza sensate, lasciano spazio, dopo ripetute prove, a risultati che le stravolgono e fanno ben sperare per una sensata teoria.

 

Come si compone

 

Da che cosa è composta una montatura scorrevole? Se prendiamo i quattro cataloghi di attrezzature delle prime quattro ditte che distribuiscono in Italia, e andiamo a spulciare le pagine delle minuterie da carpfishing, ci accorgeremo che non vi è molta differenza tra le varie proposte, per quel che riguarda i set per la composizione dei montaggi scorrevoli. Mediamente un set è composto da una grossa perlina in gomma, con il foro sul quale andrà incastrata la girella di giunzione terminale-lenza madre. Questa perlina impedisce che un anello in plastica dura, dal foro del diametro generoso, fuoriesca dalla lenza. Il foro è abbastanza grande da permettere una agevole mobilità e scorrevolezza della lenza madre, sia essa ricoperta da tubino in pvc oppure composta da led core, all’interno di esso. L’anello si completa con un altro piccolo foro adiacente, sul quale un aggancio di tipo rapido (moschettone) permette la connessione del piombo. Ovviamente, per ragioni antigarbuglio la “catenella” che si viene a creare tra piombo ed anello scorrevole, andrà ricoperta da un apposito tubetto, anch’esso, solitamente incluso. Una delle varianti che ultimamente sta prendendo piede, è composta da una girella con un occhiello sovradimensionato, che va in sostituzione dell’anello in plastica, or ora descritto. Il pesce, presa l’esca, si sposta e la lenza madre è libera di scorrere all’interno dell’occhiello, lasciando il piombo fermo. La domanda che sorge spontanea è se, come, e quando, vi sia un reale e sensato fabbisogno  di adottare un siffatto sistema di pesca. La risposta è ovvia quanto scontata: certo che si! Vi è mai capitato di imbattervi in quei giorni nei quali il pesce si dice che “mangi male”,  di sentire dei bip singoli, oppure delle vere e proprie partenze a vuoto, o meglio, nessun segnale a terra, ma pesce che salta sopra gli inneschi? Questo è il momento giusto per provare a cambiare tattica. Spesso infatti il pesce, per i motivi più svariati, si trova più che a mangiare, a giocare con i nostri inneschi. Alle volte riesce ad individuare quale sia il tranello nel quale non cadere e l’esca da non mangiare e con questa riesce pure a giocarci…Una alternativa diversa, in questo contesto, riesce a spiazzare il pesce. Mi sto riferendo alla  pesca entro una certa distanza, meglio se marginale, nella quale il sistema tende a essere più funzionale. Un montaggio scorrevole, una lenza ben adagiata al fondo, l’esclusione totale dei segnalatori visivi,  la lenza in bando, l’archetto aperto ed il filo bloccato dalla clip della canna, oppure da una clip da applicare all’occorrenza. In questa maniera, offriremo alla carpa la minore resistenza possibile e al momento che lei proverà a portarsi via l’esca prendendola solo tra le labbra, non avvertirà la resistenza del piombo, alla quale noi l’avevamo da sempre abituata. Rincuorata dal fatto che l’esca si sposti con una certa facilità, prenderà sicurezza e sarà tentata dall’ingoiare l’esca. Questo errore potrà costargli caro! All’uopo è utile ricordare l’efficacia che può essere assunta da tale montaggio, reso semi-bloccato, ossia creando un blocco che metta fine alla corsa del montaggio. Nella sequenza fotografica troverete alcuni spunti in tal senso, ricordando che la misura del blocco è una scelta funzionale ed oggettiva ed andrà valutata con l’esperienza e la ponderazione dei “fattori pesca”. Ma esiste un contesto ancora più appropriato, nel quale sfoderare quest’arma in nostro possesso.

 

Lunga distanza

 

Avete mai avuto problemi con le segnalazioni d’abboccata che possono avvenire pescando lunghi? Io sì! Ho avuto più volte problemi nel non ricevere segnalazioni adeguate, ho sicuramente perso pesci e certamente rischiato di perderne altri . Pescando oltre i 150 mt iniziamo ad avere un certo divario tra noi ed il piombo. Se la carpa prendendo l’esca viene verso di noi, o si sposta lateralmente, trascinando con lei il piombo, avrà molta difficoltà nell’esercitare una trazione decisa e sufficiente, in grado di creare un allarme che ci convinca a farci entrare in azione. In questi casi, potremo, al massimo, avvertire due bippate in successione e null’altro. A Questo punto, se saremo fortunati,  un piombo sufficientemente  generoso avrà conficcato l’amo in maniera solida e forse, avremo la possibilità di udire ancora qualche segnale singolo, il quale ci farà insospettire e a questo punto , forse, entreremo in azione, oppure, se siamo pigri e per paura delle conseguenze di una ferrata a vuoto a lunga distanza (laborioso riposizionamento del terminale) temporeggeremo ancora un poco, quel tanto che basta perché il pesce possa trovare il modo per levarsi dall’impiccio, togliendo a noi ogni ultima possibilità di successo. In questo contesto di pesca, tra l’altro non sempre attuabile (nel rispetto di altri pescatori) e che comunque non sempre deve rappresentare per forza la scelta migliore ( sempre meglio pescare più a corto possibile) l’uso di un montaggio scorrevole è l’arma più sensibile ed appropriata, da attuare. Il montaggio per garantire il massimo della funzionalità, avrà solo bisogno di un piombo pesante, a perdere. Un sasso del peso di almeno 300gr, legato con del nylon dello 0,22 mm, sarà la scelta ottimale per far si che questo mantenga la sua posizione iniziale e faccia scorrere a dovere la lenza madre attraverso l’apposito anello. Non dovremo temere la mancanza del peso del piombo come potere d’aggancio dell’amo, in quanto sarà il peso dei molti metri della lenza madre distesa sul fondale, nonché l’attrito con l’acqua, a rimpiazzarne la mancanza.  Non dovremo oltremodo temere altre e già sopra citate anomalie di malfunzionamento di alcuni criteri, nella nostra montatura (rotazione dell’amo), per colpa della latitanza del piombo. Abbiamo mai pensato che invece, questa fattiva mancanza è utilissima nel lasso di tempo che intercorre tra la sonorosissima partenza e la nostra ferrata, a volte non proprio così fulminea, specie nel cuore della notte. Infatti, la carpa in fuga non sarà più obbligata a trascinarsi appresso il peso del piombo, con tutti i rischi che questo possa fungere da leva con la quale fare cardine per togliersi l’amo. Sarà capitato anche a voi di perdere un pesce perché, prima della nostra ferrata, ha “mollato”…

Quanti ricordi e quanto destino passa attraverso le nostre scelte. Quante volte ho sentito un solo bip e, nel lettino, mi sono girato dall’altra parte,  pregando che non fosse una carpa. Ma in cuore mio speravo lo fosse, e pure grossa! E così facendo ho forse voltato le spalle alla fortuna…O  la fortuna è stata proprio il girare le spalle a quel  destino che inesorabilmente voleva bruciare le tappe e assieme l’ardore dei miei  stimoli… Poi, con il passare degli anni, a pesca ho dormito sempre meno e così ho potuto ascoltare troppi bip per poter non capire che avevo le carpe, lì sotto, e questo mi ha fatto pensare! Io spero solo, che questi miei pensieri non portino alla fine dei miei stimoli. Se così fosse, spegnerei definitivamente il mio cervello per andarmene per sempre a pesca!

 

Didascalia delle foto a corredo:

1- L’autore con una regina.

2- Un bel pesce come premio di un  buon lavoro.

3- Rig scorrevole, semi-bloccato, con protect-leader e piombo tradizionale.

4- Run rig semi bloccato con tubetto e sasso a perdere.

5- Clip fermafilo, utile nella pesca marginale con montature scorrevoli.

6- Come trasformare una lead -clip in una run-clip, senza bisogno di niente se non di uno speciale anello (run-ring)

7- Terminali ricoperti e leggere piombature su finali morbidi, aiutano la rotazione dell’amo.

8- Run rig scorrevole per lunga distanza, doppio sasso da 300gr. Segnalazione assicurata!

 

9- Esempio di run rig molto diffuso.