· 

Brevi tratti di lungo raggio

BREVI TRATTI DI LUNGO RAGGIO

di

STEFANO FORCOLIN

 

Dopo aver approfondito alcuni aspetti che riguardano da vicino i modi e gli usi più appropriati di un’imbarcazione nello svolgimento di una disciplina come il carpfishing, ci siamo tutti quanti potuti render conto di quanto possa essa essere importante e a volte persino arrivare ad essere fondamentale per il buon esito dei risultati della nostra passione. In moltissimi, per non dire la quasi totalità dei pescatori, si è oramai attrezzata in tal senso, di conseguenza le nostre acque si sono andate via via popolando dei più svariati mezzi di navigazione. Questa tendenza ha indubbiamente mutato la maniera di intendere il carpfishing e, sotto molti aspetti, l’ha aiutato ad evolvere, creando inevitabilmente delle situazioni che possono generare (o hanno generato) alcuni problemi. Giunti a questo punto, secondo il mio punto di vista, è giunta l’ora (o forse è già troppo tardi?) di parlare di etica del long range. Poter disporre di un natante nel nostro hobby da indubbiamente un senso di grande onnipotenza che può, in qualche caso, degenerare e portare a far perdere il vero senso della ragione. Arrivare in un lago ed esser soli, potendo così agire liberamente ed in modo indisturbato è indubbiamente la più bella e rosea delle ipotesi che ognuno di noi si possa augurare per la futura sessione. Queste sono situazioni idilliache, che meritano di essere sfruttate appieno, che però non devono indurre a farci pensare, erroneamente, di poter con ciò acquisire una sorta di esclusiva sul potere di manovra di un dato settore. Dovremo tutti far valere quell’innato senso altruistico e quella buona educazione che ci appartengono. Potrete anche, giustamente, obiettare sul fatto che è fin troppo facile parlare così, ma quando stiamo catturando con l’unica lenza posta a 200mt vicino a quel canneto tutto spostato a sinistra della nostra postazione e arriva un collega che ti si piazza proprio sopra...Ti girano! E vorresti mandarlo via, ti verrebbe da dirgli che c’eri prima tu, ma poi, zitto, ritrai la lenza, allenti la tensione e pensi che sono tutt’altre le cose per le quali vale veramente la pena incazzarsi... Ed è così che stai già pensando ad un altro spot che ti possa regalare una nuova partenza! Dovremo fare questo, tutti, nel rispetto dei colleghi carpisti ma anche degli spinnofili e degli appassionati tutti ,(anche loro pescano) ma soprattutto nel timore e nel riguardo della nostra grande passione.     Per arrivare ad una situazione limite il passo è breve e potrebbe stare a significare il dover giocarci l’opportunità di agire come siamo sempre stati abituati a fare sino ad oggi o peggio ancora, di perdere l’opportunità dell’uso della barca in molte acque. In Francia tali avvenimenti sono già occorsi, con la conseguente applicazione di severi regolamenti che prevedono range entro i 100mt e lenze poste perpendicolarmente alla postazione, il tutto a malavoglia accettato dagli appassionati. Attenzione amici, cerchiamo di prevenire questi nostri possibili mali, le esperienze francesi devono fare da monito, le cure potrebbero essere, per molti , troppo amare da mandar giù , vogliamoci tutti un po’ più di bene, ci verrà tutto reso...Questa disquisizione è importante se vogliamo continuare a parlare di long range con l’uso della barca e di fatto non toglie nulla a quella che è invece la nostra imperterrita ricerca dei sistemi più adeguati per esercitare al meglio il nostro carpfishing. Le esperienze di questi ultimi anni ci hanno portato ad operare in modo sempre più coscienzioso, appropriato e specialistico, cercando di prevenire ogni minimo contrattempo, certi del fatto che di imprevisti tutta la pesca è piena.

 

VICINI VICINI  In questo contesto così serioso potrà sembrare fuori tema se non addirittura ridicolo parlare di Walkie- talkie nel nostro ambito, ma dalle esperienze vissute si evince che l’uso di un apparato rice trasmittente, nella pesca a lunga distanza, in molte situazioni si rende quantomeno indispensabile. Pensate di dover operare in posti dalla riva molto infrascata e quindi fuori della portata visiva del vostro compagno, le stesse distanze estreme (oltre i 300mt) diventano una barriera ottica specialmente in condizioni di scarsa visibilità (nebbia) , per non parlare delle operazioni notturne, in queste condizioni la posa delle lenze diventa molto impegnativa con il rischio di un risultato approssimativo sempre dietro l’angolo, a meno che  non siamo disposti a sgolarci con urla inconsulte che ,oltre  a terrificare la natura circostante ,scandalizzeranno qualche collega intransigente. La nostra rice-trasmittente in tasca con l’auricolare che lascia libero l’uso delle mani è un vero toccasana, importante sapere che c’è, mette sicurezza.

 

 QUESTIONE DI GRIP Altre difficoltà sono emerse durante la posa dei terminali sui grandi laghi battuti da forti venti. Al Du-Der ho saputo di gente che ha atteso giorni interi che questo fenomeno si attenuasse, come ho osservato altri (me compreso) posare le lenze e poi, spazzati dal vento, pasturare a decine di metri di distanza . Per correggere il tiro a nostro favore è buona norma, oltre a saper nuotare ed avere una sicura imbarcazione ed il giubbetto di salvataggio sempre indossato, avvalerci dell’uso di una buona àncora con la quale tenerci “aggrappati” al punto scelto fino alla fine dell’intera operazione, in questo modo potremo essere perfettamente in pesca e sicuri di sfruttare al meglio i momenti magici che questi fenomeni della natura hanno il potere di creare. Attenzione però a condizioni troppo avverse che ci devono far assolutamente desistere dal provare, in questi casi usiamo il buon senso.

 

SUPER MARKER Quando il lago è “nervoso” a causa del vento  e la distanza da coprire è notevole, non è un’idea  da trascurare , quella di mettere in campo dei segnalini di grosse dimensioni, Andrea Coroi in un suo precedente interessantissimo articolo ci ha consigliato una tanica , Gigi Negri a lac Du-Der durante una “storica” sessione, risolveva il problema con i vasi delle granaglie, queste sono solo alcune delle brillanti soluzioni che fervide e agili menti dell’ Italico carpfishing hanno saputo trasmettere, anche in considerazione del fatto della facilità e rapidità nella reperibilità che questi “strumenti” possiedono. Non si può dire altrettanto per i palloni gonfiabili da gioco in quanto la loro ricerca mi ha impegnato per svariate passeggiate lungo la via principale di Jesolo, alla ricerca di quattro esemplari di diametro e colori uguali....Manie! Ricerca, che vista l’alta stagione, non mi ha per niente annoiato! Gli spicchi colorati offrono un’altissima visibilità, quando sono sgonfi non sono per niente ingombranti ed inoltre possono sempre essere opzionati di una grande star-light che agevolerà eventuali manovre notturne. La zavorra di cui avranno bisogno dovrà essere dimensionata in rapporto al volume e alle particolari condizioni di vento, ecco perché un peso da 1 kg del tipo adoperato in pesistica sembrerà fare al caso nostro, soprattutto per la sua particolare forma che ci permette di avvolgervi parecchi metri di filo di collegamento. E’ sempre saggio scrivere con un grande pennarello indelebile il nostro nome e indirizzo sul pallone (e su tutti i tipi di marker), servirà a far stare tutti più tranquilli e a farci assumere qualche giusta responsabilità, perché, semmai ce ne fosse bisogno , si ricorda che tutti i segnalini , a fine sessione vanno tolti dall’acqua, non facciamo pentire le amministrazioni per le  concessioni elargiteci con tanta fiducia, quando poi , il Lunedì si ritrovano con un lago da ripulire, brulicante di mille boe inservibili ,disseminate da carpisti frettolosi e di poca coscienza, queste sono cose da non tollerare, bisogna capire che il marker abbandonato è spazzatura e come tale va trattato!

 

 

 IL GUARDIANO DEL FARO Pescare a lungo raggio può stare a significare anche di dover allontanarsi molto dalle rive, nel cuore della notte a bordo di una barchetta, con una “locomotiva” che non frena mai, attaccata alle mani. Con il buon Glauco, in una notte in cui la nebbia aveva deciso di metterci in ginocchio, ci siamo persi e solo dopo lungo e cieco girovagare (critica situazione) riuscimmo a trovare la via di casa. In questi casi estremi l’uso di un faro a led, alimentato a pile, per intenderci, di quelli usati come segnalazione sulle bici, di rapida applicazione al rod-pod, con la sua intensa luce scorgibile per un raggio di 180°, vi permetterà di poter disporre sempre di un punto fisso con il quale orientarvi. Cari amici carpisti, la nostra già grande famiglia sta crescendo ancora e noi tutti vogliamo continuare a godere delle delizie della nostra passione, il nostro paese è ancora l’Eldorado dei carp angler, insieme, nell’interesse e rispetto reciproco, sforziamoci di far rimanere questa terra il sogno di molti, per questo ogni idea ed ogni cosa, può servire...