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contorni e dintorni

CONTORNI & DINTORNI

 

Quante volte mi domando che cos’è che mi spinge a cercare qualcosa di diverso, addirittura nuovo o magari troppo antico per essere accettato normalmente da qualcun altro. Potrebbe sembrare superfluo perdere tempo per altre vie quando quello di cui si è in possesso soddisfa già appieno la nostra voglia di catture. Questa continua ricerca è parte integrante del carattere di molte persone. Questo perenne arrivo di tappa senza che il giro sia mai finito mi ha portato a ripercorrere piste già battute e poi abbandonate rendendomi conto, strada facendo, dell’importanza di un risultato ottenuto adottando un sistema diverso da quello usato sistematicamente da molti angler! Vedremo che queste diversità sono a volte di vitale importanza.

UN PO’ DI STORIA Le strategie di cui desidero parlarvi in questo appuntamento sono basate su componenti che sanno ben poco di nuovo, tanto da poter essere sicuramente annoverati nella lista delle più vecchie efficaci e selettive esche per carpe nel carpfishing moderno prima dell’introduzione della boilie. Sotto esame fave e patate scivolate in questi ultimi anni molto più volentieri sui piatti a fare da contorno alle nostre pietanze piuttosto che cadute in acqua  con l’intento di preparare  le poste per garantire magiche sessioni. Perchè tutto ciò è successo ? Perchè esche naturali come fave e patate rimaste appese alle lenze di moltissimi angler per decenni sono, come d’incanto, scomparse dalla circolazione e oltre a non essere state più usate con frequenza nessuno ne ha più parlato ? Credo che si possa tranquillamente asserire che gran parte del merito ma anche della colpa di tale scomparsa sia attribuibile a “sua Maestà” la boilie che nella sua sempre più probabile completezza ha potuto concedersi anche il lusso di adombrare importanti esche, come quelle in esame . L’assenza di tali componenti, per lungo tempo fuori dagli interessi  della quasi totalità dei pescatori  di carpe, unita alla loro reale efficacia, nonchè la perenne ricerca di qualcosa che possa essere sempre una anteprima per le nostre amiche, ha acceso quella  fiamma che mi ha spinto a rispolverare fave e patate cercando di donare loro nuovo splendore, avvalendomi delle moderne tecniche di mia conoscenza.

 AL MOMENTO GIUSTO Le prove svolte durante alcuni mesi hanno subito fatto risaltare pregi e difetti di queste esche ed hanno automaticamente tracciato un profilo che può, in questa maniera, schematizzare i modi e gli usi delle suddette . Quando allora è stato più proficuo usarle? Ammesso e non concesso che tali ingredienti possano essere poco sfruttati in talune acque, l’uso di codeste si è rivelato un vero e proprio “affarone”, “stranamente”, proprio in acque sottoposte a forte pressione di pesca e di conseguenza alle “solite” pasturazioni a base di mais, boilies, canapa, pellets, tiger-nuts, ovviamente tutti ottimi richiami ma che giocoforza a lungo andare allontanano il pesce catturato più volte in queste situazioni. Il rinnovamento del “tappeto” di pastura con i nostri “nuovi” componenti ha ridato subito fiducia al pesce che è tornato in breve alla sua naturale propensione al cibo , abboccando anche nelle ore diurne ,quando questo ,in tali acque, era solo un lontano ricordo.

I VALORI Queste esche ad un primo esame potrebbero sembrare poco adescanti, questo se guardassimo tale aspetto sotto il solo profilo nutrizionale. In effetti i valori emersi per le fave con il 6% di proteine e il 4% di carboidrati e l’analoga storia per le patate che registrano il 2,5 % di proteine ed un unico interessante dato del 16% di idrati di carbonio, non fanno ben sperare nel desiderio di possedere una buona esca, eppure a noi piacciono e a concordare su questo ci sono anche le carpe. I motivi possono essere molteplici ma fra tutti quello che più convince stà nell’integrazione alimentare che questo tipo di esche può dare.

GIOCO DI SQUADRA Economiche e facili da reperire, si prestano a pasturazioni di notevole entità, usate in sinergia si integrano perfettamente l’una all’altra nel senso che se le patate riescono ad esercitare una forza attrattiva sufficientemente rapida (con la tecnica dell’ammollo) e nel contempo operare una buona selezione sul piccolo pesce ,tutto questo risulta difficoltoso dopo svariate ore dall’immersione durante le quali  le patate perdono la loro naturale compattezza diventando gradatamente pranzo succulento per i piccoli amici del fondale. Da questo momento in poi le fave entrano nel vivo del loro ruolo facendosi trovare pronte per il banchetto delle ultime grosse carpe ritardatarie : la migliore maniera di essere un’esca selettiva! STREGONI IN CUCINA Concordando pienamente sul fatto che fave e patate hanno all’attivo migliaia di catture senza aver avuto bisogno di complicate alchimie per ottenere tali risultati ,posso affermare tranquillamente che questi stupendi inneschi possono essere posti in opera ,semplicemente dopo una classica bollitura “rito” a noi familiare poichè accomuna le oramai onnipresenti “particles”. Quindi prenderemo le patate e le faremo bollire per mezz’ora (medie dimensioni) senza bisogno di sbucciarle, fatto questo, toglieremo l’acqua di bollitura e le taglieremo nelle forme e dimensioni che più ci aggradano consentendo il loro uso . Le fave (in versione secca) andranno ammollate in abbondante acqua per un minimo di 12 ore dopo le quali una bollitura di mezz’ora darà come risultato un prodotto che potrà rimanere nella stessa acqua di bollitura in attesa di essere usato. In precedenza parlando dei poteri nutrizionali, ne abbiamo riscontrato un loro modesto valore, per questo motivo la tecnica che consiste nell’ addizionare il carico di pastura con degli attiranti, trova il suo impiego più appropriato. Per quanto riguarda le fave, esse potranno quindi venire ammollate ,dopo la bollitura, in una soluzione di attiranti liquidi e in polvere, dei quali troviamo un semplice esempio nella ricetta a corredo . Le patate offrono una caratteristica che le rende irresistibili con un trattamento a base di attiranti  ad alto potere nutrizionale ,in effetti l’alta assorbenza di questo tubero fa di questa pratica una delle armi più affilate. L’ammollo con le possibili varie emulsioni avverrà dopo la scolatura dell’acqua di bollitura ; una valida combinazione ,testata con buoni risultati è quella che potrete osservare nello spazio riservato.

L’INGANNO Innegabilmente la fava rimane l’innesco naturale da carpe per eccellenza, molto vicina per qualità selettive e di inattaccabilità all’esca principe del carpfishing, pretende e merita le stesse attenzioni della boilie , per cui spazio ad ammolli curati e presentazioni di nostra fiducia che vanno dalla singola affondante ,alla coppia pop-up naturalmente infrapponendo l’apposita spugnetta di materiale galleggiante. Una certa attenzione andrà posta nella scelta della misura dell’amo che non dovrà mai rischiare di essere sotto dimensionata. Per quel che riguarda l’innesco a base di patate risulta eccellente selezionare delle misure adeguate di patatine novelle reperibili in qualsiasi supermercato già sbucciate e precotte ,confezionate in pratiche vaschette. Anche in questo caso la tecnica del bait-dip trova nella patata l’alleata indivisibile, remunerativo sembra quindi ricorrere a miscele di grande e provata efficacia (Complex-Nutrabait, pot-shots-Solar, boiliedip-Nash,ecc.ecc.) lavorando in coppia ad innesco singolo affondante o in versione galleggiante ,naturalmente tagliando a metà la patata e inframezzandola con un dischetto di materiale galleggiante (pasta, schiuma, sughero) risulterà conveniente per questo tipo di innesco tenere assemblate le varie parti per mezzo di una calza in nylon che andrà avvolta attorno al boccone e bloccata con un goccio di colla. I risultati ottenuti saranno il nostro premio per le fatiche e i rischi corsi in questo tipo di tests, ma sono anche la prova lampante che ,a volte ,per tornare agli antichi splendori , un passo indietro diventa la mossa con la quale vincere ,a patto che vi sia ,come al solito, fiducia ,esperienza e determinazione . La ragione del fatto di aver voluto parlare di fave e patate ,rischiando sicuramente di far storcere il naso ai puristi dell’esca, oltre ad aver fatto sorridere qualcuno per l’evidente doppio senso che può generare, va ricercata nella convinzione di trovare sensato nella nostra veste di “specialisti” valutare e rivalutare cose semplici, inspiegabilmente ,e a torto ,andate un po' perse, ingredienti poveri che comunque in qualche frangente sapranno aiutarci ad andare avanti come hanno aiutato un tempo i nostri vecchi carp-anglers nella loro grande impresa ,quella di insegnarci che per progredire non ci si deve mai sentire arrivati ma occorre insistere con umiltà e onestà ,questa è l’unica via sulla quale crescere forti e sani per essere in grado, un giorno, di provare quel brivido che solo la nostra grande passione ci saprà regalare.

RICETTE A CORREDO:

 

Ammollo per fave:                                                  Ammollo per patate: 

(Dosi consigliate per 1000gr di esca)              (dosi consigliate per 500 gr di esca)

50 ml  Corn steep liquor                                        50 ml miscela oli di pesce

2   gr   Betaina                                                            50 ml melassa liquida

100gr  Fruttosio                                                         50 ml olio di oliva