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Vita da mediano

VITA DA MEDIANO

 

Esistono degli ingredienti che pur non godendo di grande fama possono garantire ottimi risultati, vediamo di conoscerne alcuni più da vicino.

 

 

Il carpfishing , come tutte le  tecniche specialistiche, è una disciplina in continuo fermento. L’evoluzione viene garantita da persone che per attitudine, costanza e preparazione ma fondamentalmente per quella grande “smania” di catturare carpe sempre più belle e combattive, sono portate a sperimentare nuove soluzioni per poter risolvere alcune problematiche o per agevolare ulteriormente tutte le azioni di pesca. Ciò avviene solo dopo molteplici e ripetute esperienze  vissute nell’ottica di capire come andare al di là del problema. Non riusciamo neppure ad immaginare quante e a quali livelli siano le ricerche compiute per dare a noi pescatori un prodotto che sia sicuro, performante,economico e allo stesso tempo innovativo, per questo ci sono uomini che vivono perennemente con il chiodo fisso nella mente ed è a loro che va il nostro ringraziamento , per averci trasmesso le nozioni fondamentali ma soprattutto per il contagio di questa “grave malattia”,  l’unica che fortunatamente si manifesta con un sintomo particolare: stare bene. Abbiamo potuto notare quanto possa essere importante un aspetto del nostro sport , mi sto riferendo alla pasturazione, segmento divenuto irrinunciabile in  quanto garantisce, se correttamente affrontato, il massimo dei risultati. Sono sotto gli occhi di tutti i passi compiuti dalle migliori aziende produttrici di esche per offrire ai carpisti prodotti di qualità e caratteristiche che possano sempre più facilmente essere accettate dai grossi ciprinidi. Parlando di pasturazione, non mi sto riferendo esclusivamente all’azione preventiva, eseguita in tempi e modi diversi e che se attuata correttamente, porta al raggiungimento della massima confidenza delle carpe nei nostri confronti e molto probabilmente alle più alte vette in termini di catture. Si può però anche alludere a quella strategia di pasturazione, oramai diffusissima, che prevede l’attuazione in contemporanea alla stessa azione di pesca, in questo caso, con lo scopo primario di attrarre con rapidità e non di ammaestrare con calma i pesci presenti. Ciò può succedere  nel caso in cui ci recassimo a pesca in un luogo distante da casa per sessioni relativamente “brevi” (2/3 giorni). In questo caso la nostra azione sarà basata su una ricerca meticolosa che si avvarrà di avvistamenti ma soprattutto mediante lo studio dei fondali in relazione alle abitudini stagionali del pesce e conseguentemente su di un’attrazione ben strutturata. Credo sia per tutti improponibile il solo pensiero di avere l’ innesco sul fondo del lago senza che questo possa avvalersi dell’aiuto di qualche sorta di fonte attrattiva depositata nei pressi di esso. Abbiamo motivo di credere nell’assoluta importanza  di questo aspetto nella ragione in cui la carpa giunta nel punto prescelto, sia solo di passaggio o meglio ancora motivata  dalla presenza di cibo, ma il più delle volte per entrambi le ragioni, debba cadere nel tranello che le farà perdere ogni timore istintivo e inibitorio e automaticamente raggiungere una buona propensione al cibo, solo in tale maniera esiste la possibilità  che  essa possa “attaccare” anche il nostro air, possa essere esso uguale o diverso dalla forma attrattiva. E’ anche noto che, formule quali privilegino una forma attrattiva rapida, basata su forti basi aromatiche (es. tappeti di boilies) nei luoghi più inflazionati, hanno lasciato il posto a solo qualche manciata di granaglie che, a loro volta, in talune acque, hanno già smesso di fare “strage” aprendo le porte a pellets da caratteristiche sempre più interessanti, da tutto ciò appare evidente che il nostro bisogno di conoscenza verso fonti d’alternativa sia di vitale importanza per continuare a sperare di condurre la carpa con il muso sopra l’innesco. Per nostra fortuna le ricerche hanno portato sempre a nuovi frutti con cui attendere fiduciosi quel suono che da solo è capace di innalzare ai massimi livelli il nostro tasso di adrenalina; questi sono ingredienti molto umili e semplici, ben lontani dalla grande popolarità, data proprio dall’uso di massa, Alcuni angler adoperano questi prodotti già da tempo e i risultati sono stati sempre soddisfacenti, anche chi scrive ha avuto la possibilità di poter testare a lungo quelle che potessero essere le potenzialità di queste pasture rendendosi conto dell’effettivo valore basato  sul grande lavoro attrattivo ,sulla minima inflazionabilità fino a questo momento raggiunta,  sulla economia e sulla comodità e semplicità d’uso, senza per questo essere mai stati blasonati tra le pagine delle riviste di settore, una vera vita da mediano che merita, almeno per una volta, la nostra considerazione.

Cara e vecchia polenta Mi rendo conto che parlare di cose semplici alle volte può sembrare scontato e retorico, ma quando un bravissimo carpista della provincia di Udine, Tiziano Papais mi confidò di come risolse una sessione all’estero, nella quale per eventi imprevedibili la pastura terminò prima del tempo, corse in un supermercato a comprare una scorta di polente già pronte, confezionate in pacchi da un kg . Esse si possono trovare nella versione bianca o gialla e l’impasto dimostra un’ottima consistenza, basterà solamente tagliarle a cubetti della dimensione che riteniamo più opportuna e usare il tutto nei modi dovuti, lanciando con la fionda o “seminando” con la barca (e chi ben semina...) Il prodotto è  naturale e totalmente sicuro per il pesce che si interessa particolarmente a questa forma nutrizionale che si basa sui carboidrati che la farina di mais esclusivamente la compone, da non sottovalutare vi è pure la comodità di disporre di una alternativa di attrazione che oltre ad essere “pulita”, è comoda da trasportare, interessa carpe e pescatori in quanto, qualcuna di esse potrà “arrossire” sulla piastra come accompagnamento a squisite grigliate.

Boilies di scarto  Un secondo ingrediente, non da molto scoperto, fa del rapporto qualità-prezzo un suo vero punto di forza. Richworth, che produce esche da carpa da una vita, ha pensato bene di mettere a disposizione degli angler italiani il materiale di risulta della sua produzione di boilies. Questi “scarti” fanno parte esclusivamente delle linee di alta ed altissima qualità  che vengono poi confezionate in sacchi da 5 kg, la forma del prodotto è irregolare, scostante sia come forma che come dimensione, rimane l’assoluta certezza che però i contenuti sono di qualità eccelsa. Potremo considerare questa pastura come una sorta di sbriciolato, inseribile nei P.V.A bag, come anche “accompagnamento” nella posa dei terminali dalla barca, personalmente mi trovo bene rompendo ulteriormente i pezzi più grandi per farne poi gli usi più svariati. L’impiego che però si è dimostrato più redditizio è quello di ottenere da tale prodotto, un boilie-crumb ovvero un macinato di boilies, il risultato è stato depositato tra gli erbai di una grande cava di ghiaia per distogliere quelle poche grosse carpe dall’interesse unidirezionale dimostrato fino a quel momento solo per quegli animaletti che vivono “all’ombra” di queste “foreste abissali” . Le conseguenze furono quelle sperate, infatti qualche bel pesce fu intrattenuto, anche se per poco tempo, da inneschi  particolari dei quali parleremo in futuro, rimane la mia piena convinzione che ad abbattere il muro della diffidenza sia stata proprio quella “polvere magica” di altissima qualità ma dal costo facilmente accessibile. Ottimi responsi sono arrivati pure dall’inserimento di questo boilie-crumb nei sacchetti in P.v.a. preventivamente zavorrati con un sasso e bucherellati con l’ago da innesco, ciò per agevolarne l’affondamento. Non da accantonare rimane la possibilità di innescare alcuni di questi pezzi sull’air-rig, sicuramente ci si avvicinerebbe ad un probabile successo, non rimane che tentare...

Mais schiacciato Pur rimanendo nel campo delle pasture tradizionali e quindi senza dubbio collaudate, parliamo ora di mais: bella roba! Dirà prontamente qualcuno, sicuramente saranno già in parecchi ad usarlo, parliamo di mais schiacciato (o fioccato di mais). E’ un prodotto con una disidratazione molto elevata quindi molto leggero. Il procedimento della lavorazione prevede che il mais, nella sua forma naturale, venga fatto passare sotto ad una particolare pressa, dopo di chè  trattato con dei getti di vapore, infine un processo di essicazione ne fa un prodotto molto leggero che si conserva a lungo, lo si può trovare in confezioni da 5 e 30 kg. La leggerezza non inficia minimamente sulle sue doti di affondabilità che rimane totale. Può essere preventivamente ammollato in acqua anche se tale procedura non è vincolante ai fini del buon funzionamento, il suo contatto con l’acqua fa sprigionare un alone lattiginoso irresistibile per le carpe. Il mais schiacciato , per le sue elevate doti di leggerezza è divenuto un punto fisso per le pasturazioni “fuori porta” dove necessitiamo di limitare il carico nelle nostre autovetture, la mancanza di perdite di tempo nella preparazione ne fanno un componente pronto-uso che offre una elevatissima attrattività in dosi all’occorrenza massicce ad un prezzo molto basso. Brillante nella pesca in luoghi con fondale molle dove non rischia mai di sprofondare e nascondersi, si è oltremodo dimostrato all’altezza  nella pesca tra i fitti erbai dove si posa leggero sulle alte cime di lunghe alghe filamentose, come un candido fiocco di neve. Testato lungamente, in canale si è dimostrato una valida forma integrativa ai richiami classici, in questi luoghi sarà sensata l’opzione di ammollo preventivo, con licenza di aggiungere 50 gr di zucchero ogni litro d’acqua, sarà più facile “tenere” il fondo e disperdersi lentamente per effetto della corrente. Nello short-range è semplice da aggiungere all’impasto nel “the method”, per non deludervi. Mese di giugno, la stagione sta vivendo momenti intensi, altri ne vivremo nel proseguio del cammino, prima che sia di nuovo freddo, la vostra macchina sta correndo più leggera e veloce verso lidi segreti e misteriosi , dove durante una sfida estenuante non correrete il richio di finire le “cartucce”e alla  fine la gioia...Pensiamo che il merito va anche ai semplici “mediani” che determinano in modo positivo le nostre battute di pesca. Se adesso volete saperne di più non vi resta che pescare,pescare, pescare...