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Quando il gioco si fa duro strategie avanzate per il self made

Siamo giunti fino a qui attraverso un percorso articolato in quattro tappe che ci hanno portato dal chiederci “perché farsi le esche da soli?” ad oggi, dove tratteremo temi piuttosto professionali.

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Abbiamo deciso fin dalla seconda puntata di perseguire la strada più condivisa, quella dello sviluppo di boilies dedicate a pescate veloci e campagne di pasturazione limitate a poche offerte libere prima dell’azione vera e propria. In questo ambito abbiamo colto le esigenze dei cacciatori di carpe e di chi realizza battute di più giorni.

Tutti uniti sotto la bandiera dell’attrazione e del gusto. Della rapidità di scambio e a volte della solubilità.

Questa è la puntata dei perfezionisti, quelli che non si accontentano della sostanza e che desiderano anche la forma, la perfezione assoluta.

Fare un’esca che cattura è sufficiente a rendere felice un pescatore. Costruire una pallina perfetta come meccanica, aspetto fisico, chimico ed esteriore è l’obbiettivo del self maker 2.0.

In quest’ottica abbiamo identificato una serie di caratteristiche che sono significative allo scopo.

La domanda che prevale su tutte, riguarda l’aspetto perfettamente idratato, umido e fresco che presentano le esche ready made, anche dopo mesi di imbustamento. Ci siamo chiesti se questo aspetto fosse solo estetico oppure funzionale allo scopo.

 

Iper idratazione dell’esca:

Questo fattore è certamente importante perché un esca umida e idratata scambia informazioni chimiche con l’acqua in tempi brevi ed è sempre più veloce di una boilie asciutta e secca.

Questo fatto è dovuto ad un processo chimico di osmosi che facilita il trasferimento di ciò che è idrosolubile, dall’interno dell’esca (concentrazione maggiore o iper concentrazione) verso l’elemento liquido in cui è immersa.

Un esca secca si deve prima re-idratare e poi può scambiare, ma il processo richiede comunque delle ore. Questo non significa che l’esca secca non funziona! Ha solo tempi differenti e questo la rende particolarmente adatta alle lunghe pasturazioni, dove il permanere per ore sui fondali è un vantaggio perché consente al pesce più tempo per intercettarla e mangiarla.

Venendo al pratico, vi sono differenti soluzioni semplici per avere esche idratate adatte ad azioni rapide.

La più banale consiste nel congelare la produzione a 24 ore dalla cottura, porzionando in opportune quantità che scongeleremo direttamente in pesca preservando la situazione post cottura e risparmiando sull’uso di conservanti.

In seconda battuta potrei reidratare esche secche semplicemente immergendole in una soluzione di acqua(meglio quella del posto pesca) in cui sciogliere le sostanze liquide usate nella ricetta, la quantità di un chilo di mix in 3-4 litri d’acqua. A questo punto basta immergere le boilies secche per 6-10 ore e poi usarle in pesca. Con l’acqua d’avanzo ci possiamo invece impastare method e palle di pastura.

Oppure si possono usare liquidi acquosi molto attrattivi come l’aceto e il brodo di pollo che si acquista pronto in brick. Anche in questo caso si immergono le esche per qualche ora.

Vi consiglio a tal proposito la lettura di un mio articolo blog sulla fermentazione delle esche che trovate a questo link: https://www.thebaitguru.it/2021/04/07/fermentare-le-boilie/

Ma la soluzione professionale prevede  di imitare le aziende con gli opportuni additivi che mantengono umide (umettate) le esche favorendone pure la conservazione. Questi prodotti si chiamano “umettanti” e sono principalmente il glicole monopropilenico E1520 e la glicerina E422 che però è meno usata perché sensibile alle basse temperature.

Impastando con glicole, sciroppo di glucosio e/o glicerina, in dosi comprese fra 30 e 100 ml. per kg. , si ottiene quella fragranza tanto invidiata ai sacchettini di palline pronte.

L’iper idratazione si persegue anche aumentando la dose dei liquid food, in genere dosati fra 10 e 30 ml., spingendo la soglia oltre i 50 ml. per kg. non dimentichiamo che puntiamo a esche super reattive senza compromesso e possiamo permetterci quindi di investire di più sulla qualità, visto che realizzeremo pochi chilogrammi di prodotto da usare con parsimonia e in maniera mirata.

Vi rimando ad un esempio pratico con questa ricetta Total bait presentata sempre sul mio blog, a questo link:

https://www.thebaitguru.it/2021/11/05/total-glm-and-total-krill-liver/

Un buon mix tecnico rulla bene con una quantità di liquidi totali compresi fra 400 e 500 ml. (inteso uovo+ ogni altro liquido inserito). Chiaramente se alzo la fetta del liquid food, devo limare spazio fra le uova.

Questo potrebbe cambiare la meccanica dell’esca. A questo problema si pone rimedio utilizzando altri tipi di additivo.

 

Gli additivi specifici:

A livello industriale su rulla con l’uovo solo la linea più pregiata di esche in produzione. Gestire le uova richiede infatti precise garanzie di natura legale e igienica. Per  le aziende questo è un grosso costo e quindi a volte conviene usare il prodotto in polvere oppure sostituire l’uovo con altri addensanti.

Dicevamo poc’anzi che potremmo avere la necessità di togliere qualche uovo (o magari la quasi totalità se puntiamo ad esche solubili) e risulta quindi interessante capire con cosa sostituirlo.

Alcuni ingredienti sono troppo tecnici e prevedono processi molto controllati e dosi minime, per questo li lasciamo gestire alle realtà industriali.

Per il self maker, il primo additivo disponibile è l’albume dell’uovo in polvere. Questa polvere proteica bianca, tende a coagulare in cottura rendendo la boilie più resistente e durevole.

L’albumina si utilizza in quantità comprese fra 10 e 50 grammi per kg. di mix.

Sempre nell’ottica di rendere dure e coese le palline (hard hook bait) si usa la gelatina animale in polvere. Questi piccoli cristalli simili a zucchero di canna sono ricavati da trattamento termico ed enzimatico delle cartilagini suine e bovine. Messa nel mix, si scioglie nella pallina durante la cottura e poi si risalda sotto forma di microscopico reticole che tiene insieme la boilie.

In questo caso la dose varia da 5 a 30 grammi per kg.

Gli additivi usati per sostituire la plasticità dell’uovo nell’impasto sono di altra natura, in genere ricavati dall’amido sempre attraverso processi termici e chimici.

La gomma di xantano, la farina di carrube e la destrina (korn glue), sono le sostanze più semplici da usare e si dosano, a seconda dei casi, fra i pochi grammi e la decina per kg. di mix.

In tutto questo contesto la parte liquida in sostituzione all’uovo viene gestida dal glicole, dal glucosi e dalla glicerina.

Ma attenzione che queste sostanze non possono sostituire in toto l’acqua (presente comunque nei liquid food) per chè quest’ultima è fondamentale per attivare gli amidi delle farine.

Abbiamo visto come il trattamento termico (cottura) attiva molte sostanze…

 

Qual è la cottura migliore?

La forma migliore di cottura è quella a vapore che non disperde le preziose componenti idrosolubili e mantiene perfetto il gusto degli ingredienti.

Anche la bollitura, storica forma primordiale usata per creare la boilie (dal verbo to boil), può essere rivalutata per queste nostre esche super tecniche, a patto di porre fra acqua e palline una barriera impermeabile che lasci passare il calore ma non l’acqua.

Sulla cottura non mi dilungo ulteriormente e vi rimando a degli articoli del blog molto dettagliati:

https://www.thebaitguru.it/2020/09/16/la-cottura-a-vapore/

https://www.thebaitguru.it/2021/02/10/le-boilie-bollite/

 

Stratificare il segnale attrattivo:

In tema di esca reattiva e veloce in acqua, abbiamo capito che l’interazione di sostanze solide (farine) e liquidi è fondamentale ed è stata trattata nel video e nell’articolo precedenti.

L’unione di mix, liquid food, aroma, olio essenziale e dolcificante crea una stratificazione del segnale attrattivo che coinvolge olfatto e gusto del pesce.

In ambito aromatico, si possono creare delle combinazioni perfette abbinando due aromi a pH differente oppure a solvente differenti. Il primo carpista a intuire questo tipo di potenzialità fu Leon che nella sua vecchia linea dedicata al self made aveva dei combiflavor formati da due prodotti differenti, in olio o diacetina e glicole, che riuscivano a imprimere un gusto attrattivo straordinario alle palline.

L’ultimo argomento da affrontare prima di chiudere questa bella serie, riguarda la conservazione delle preziose palline prodotte perché non perdano nel tempo le loro qualità.

 

Conservazione delle boilies:

Mantenere un esca iper idratata in una busta o in un secchiello necessita di un uso mirato di opportuni conservanti.

Possiamo sempre congelare a 24 ore dalla realizzazione (e questa è una strada semplice ed efficace) oppure dobbiamo renderci conto della complessa chimica organica dei nostri prodotti e difenderli da ossidazione, batteri e muffe.

L’uso del glicole abbatte la presenza di umidità dell’acqua e questo ci aiuta.

In ogni caso un’esca non andrebbe mai imbustata prima di 36 ore di asciugatura.

L’ossidazione è un fenomeno in grado di cambiare sapore all’esca. Si contrasta con un prodotto naturale molto attrattivo, la vitamina C (acido ascorbico).

Questa polvere si dosa in circa 5 grammi per kg. di mix.

Il sorbato di potassio E202 è un antifungo e antibatterico che si inserisce in quantità da 2 a 5 grammi per kg. di mix.

Il propionato di calcio E282 è un antimuffa usato per pane e biscotti, ossia prodotti a base di cereali (una formulazione simile ai nostri mix) anch’esso si dosa fra 2 e 5 grammi per kg.

Una combo standard a basso livello prevede di conservare un’esca tecnica con 5 grammi di vitamina C, 3 grammi di sorbato e 3 di propionato per kg. di mix.

Questi conservanti si inseriscono nella parte liquida durante l’impasto.

Con questa puntata chiudiamo questa breve ma intensa serie fatta di diverse ore di video e di 4 scritti di dettaglio.

Grazie a tutti per l’attenzione

A presto

Sergio Tomasella

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